Gardaland, i primi quarant’anni della Disneyland italiana

Gardaland, i primi quarant’anni della Disneyland italiana

Il più indimenticabile esiste solo nella finzione, quel Jurassic Park di Crichton e di Spielberg di cui recentemente abbiamo gustato un sequel tutt’altro che memorabile: ma anche senza scomodare le meraviglie della fantascienza, il mercato globale dei parchi di divertimento, in tutte le sue declinazioni, muove numeri impressionanti sia in termini economici che di posti di lavoro. E dagli anni 2013-14 è addirittura in crescita.

Non si parla dei luna park a ingresso libero con attrazioni smontabili e trasportabili, bensì di quei mastodontici complessi di attrazioni e negozi, ristoranti, alberghi, e chi più ne ha più ne metta, la cui sistematica intenzione, come sostiene l’etnologo Marc Augè – per tutti «quello dei nonluoghi» -, è la realizzazione di un mondo incantato, di un microcosmo chiuso, estraneo al mondo reale, con le sue attrazioni vistose che si elevano in altezza (grande criterio di prestigio), e una certa disinvolta, sinottica capacità di accostare temi o momenti storici diversi: un mondo di fantasia, incantato o pacchiano a seconda dei gusti (e delle età).

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Con un fatturato di 120 milioni di euro e 2,75 milioni di visitatori l’anno, Gardaland è all’ottavo posto tra i parchi europei più visitati

In Italia il parco tematico per antonomasia è Gardaland, a Castelnuovo del Garda. Inaugurato il 19 luglio 1975, compie oggi 40 anni, durante i quali è stato visitato da circa 80 milioni di persone. Con un fatturato di 120 milioni di euro e 2,75 milioni di visitatori l’anno, Gardaland è all’ottavo posto tra i parchi europei più visitati. Dalla sua inaugurazione è arrivato a occupare una superficie che è cinque volte superiore rispetto a quella iniziale e delle attrazioni con cui il parco debuttò nel 1975 ne rimane attiva solo una: il TransGardaland Express.

L’idea di un parco divertimenti sulle sponde del Lago di Garda venne all’imprenditore veronese Livio Furini all’inizio degli anni ’70. E come spesso accade, l’ispirazione nacque, almeno in parte, dall’imitazione. In questo caso di Disneyland California, il primo parco a tema Disney (che proprio pochi giorni fa ha compiuto sessant’anni) e prototipo del parco di divertimenti in senso moderno.

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Alla sua apertura Gardaland copriva una superficie di 90.000 m² (contro i 445.000 attuali) e il prezzo del biglietto era di 1.750 lire. A metà degli anni ottanta era già il parco divertimenti italiano più noto, ma la sua fama subisce un’impennata quando diventa il set della sigla di Bim bum bam. Nel frattempo cresce di importanza la figura della mascotte, il drago Prezzemolo, che nel 1993 subisce un restyling e a cui vengono dedicati rispettivamente un fumetto, un cartone animato, due videogiochi e una serie di gelati Sammontana.

Nel 2006 il parco viene inoltre acquisito dal gruppo Merlin Entertainments di cui fanno parte anche il museo delle cere Madame Tussauds, i parchi Legoland e la ruota panoramica London Eye

Intanto, sull’onda del successo che i parchi a tema stavano riscuotendo negli Stati Uniti e in tutta Europa, anche Gardaland inizia a lavorare ad alcuni ampliamenti, anche per fronteggiare l’incremento dei visitatori. Nei primissimi anni ’90 viene lanciata l’attrazione Corsari, che all’epoca era la più costosa al mondo nel suo genere, e nel corso degli anni continuano le modifiche e gli ammodernamenti, facendo sempre i conti con il vincolo paesaggistico rappresentato dalla zona del Lago di Garda. Tra le attrazioni più apprezzate, l’inverted coaster Blue Tornado e la free fall tower Space Vertigo, realizzate entrambe nel 1998.

Le novità più importanti, però, risalgono agli anni 2000. Nel 2004 Gardaland diventa il primo parco divertimenti italiano a dotarsi di un proprio albergo a tema, il Gardaland Hotel, rispondendo a un’idea più moderna che si avvicina al concetto di resort, che prevede quindi, oltre all’area divertimento, aree commerciali, outlet, ristorazione, cinema, e, naturalmente, luoghi dove poter soggiornare e prolungare quindi la visita (un secondo albergo, il Gardaland Adventure Hotel, è atteso per giugno 2016).

Nel 2006 il parco viene inoltre acquisito – per il 90 per cento del suo pacchetto azionario – dal gruppo Merlin Entertainments, la maggior compagnia di settore a livello europeo, di cui fanno parte anche il museo delle cere Madame Tussauds, i parchi Legoland e la ruota panoramica London Eye, sulle rive del Tamigi. E considerato che, come l’“occhio di Londra”, anche Gardaland si trova vicino a una fonte d’acqua importante, l’uso dell’elemento acquatico è diventato negli anni sempre più centrale. Tanto che nel 2008 il Parco e l’Hotel vengono affiancati da un acquario tematizzato, il Gardaland Sea Life.

Al momento Gardaland copre una superficie di 445.000 m², con ben dieci aree dedicate a differenti tematiche: dal Far West, all’Egitto, ad Atlantide. L’elemento tematico è certo decisivo ai fini del coinvolgimento del maggior numero possibile di persone. Nel mondo ce n’è davvero per tutti i gusti. Il brand che sembra andare per la maggiore, al momento, è quello di Harry Potter, con tutto il suo corollario magico che culmina col castello di Hogwarts, in cui tutti, volenti o nolenti, abbiamo in qualche modo sognato di mettere piede.

Ma non mancano parchi a tema più bizzarri. A cominciare dai molti di argomento biblico, alcuni dei quali piuttosto reazionari e a tratti tendenti al creazionismo spinto, come il discusso Dinosaur Adventure Land di Pensacola. Sempre in Florida c’è anche il più moderato Holy Land (Orlando), al quale però fa ombra l’omologo latino Tierra Santa a Buenos Aires, il cui evento principale è la resurrezione di Cristo ogni 30 minuti. Esiste anche un parco buddista, il Suoi Tien Amusement Park in Vietnam, mentre uscendo dall’ambito più prettamente mistico per approdare nel pragmatico mondo del lavoro, possiamo citare la catena di parchi per bambini “in carriera” Kidzania (il primo è a Città del Messico), e il Dig This a Las Vegas, che ha le sembianze di un cantiere edile.

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Anche una volta in disuso i parchi a tema non cessano di essere coinvolgenti, a quanto pare. I parchi abbandonati, paradisi per esploratori urbani, sono non meno ricchi di fascino dei loro omologhi ancora in funzione. Né smettono di essere del tutto fruttuosi, tant’è che sono spesso scelti come set cinematografici, com’è accaduto a Jazzland (New Orleans), che è servito di recente come location per il nuovo Jurassic World. Secondo alcuni, la stessa idea di Jurassic Park è, tra le altre cose, una parodia di Disneyland, un intero mondo scaturito dai ricordi d’infanzia idealizzati del magnate Walt Disney.

Gli stessi parchi Disney, così fiorenti, hanno i propri “mondi perduti”. River Country è stato il primo parco acquatico Disney: ha aperto nel 1976 e chiuso nel 2001. Discovery Island, a Bay Lake, vicino a Orlando, doveva essere riconvertito in una sorta di esperienza interattiva chiamata Myst Island, ispirata al videogioco Myst. Ma il progetto non è andato a buon fine.

Nel parto dei divertimenti Tierra Santa a Buenos Aires, l‘evento principale è la resurrezione di Cristo ogni 30 minuti

Il parco tematico è dunque un’isola, se non di fatto di diritto, un’oasi in mezzo alla città dalle cui coste è difficile scorgere la realtà intorno. È un microcosmo chiuso, come ci ricordano le barriere che limitano lo sguardo verso l’esterno. Non solo: come osserva Augè, l’isola è visibile da lontano, per creare aspettativa e rimarcare allo stesso tempo la propria vicinanza fisica e la propria lontananza ideale. Non stupisce, quindi, che l’altezza per le installazioni sia un grande criterio di prestigio. Come non stupisce che per i suoi 40 anni Gardaland abbia voluto acquisire ancora più “visibilità”, inaugurando a marzo Oblivion-The Black Hole, il primo e unico dive coaster italiano, nonché, con i suoi 42,5 metri di altezza, l’installazione fissa più alta del parco.
 

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