Le unioni civili sono giuste e non costano tanto, con buona pace di Alfano

Le unioni civili sono giuste e non costano tanto, con buona pace di Alfano

La Corte di Strasburgo ha condannato l’Italia per il mancato riconoscimento delle unioni tra coppie omossessuali. In Europa ormai siamo rimasti solo noi, in effetti, insieme ai Paesi dell’Est Europa, a non avere una legge che regolamenti le unioni civili. Da giugno 2014 vaga in Parlamento il disegno di legge firmato da Monica Cirinnà, che molto probabilmente resterà in un cassetto anche questa estate. Anche perché si aspetta ancora la relazione tecnica del ministero dell’Economia sulla copertura finanziaria della legge, che sarebbe già dovuta arrivare da un po’. Un cavillo dietro il quale si nasconde la contrarietà politica del Nuovo centrodestra di Angelino Alfano, che ha ipotizzato addirittura una spesa di 40 miliardi per la nuova legge.

Qual è il problema “ufficiale”? Il costo dell’estensione alle coppie omosessuali delle pensioni di reversibilità, quella che si percepisce quando uno dei due coniugi muore. Ncd ha già detto di essere contrario, e non di certo per l’aggravio sulle casse dell’Inps. Visto che, a conti fatti (bene), la spesa aggiuntiva sarebbe di pochi milioni di euro. La Corte di giustizia europea, d’altronde, ha stabilito che negare la pensione di reversibilità alle coppie di persone dello stesso sesso comporterebbe una violazione della direttiva del 2000 contro le discriminazioni sul lavoro.

I conti sulla sostenibilità economica del ddl Cirinnà li ha fatti per prima l’associazione Love Out Law, in una relazione tecnica ripresa da Lavoce.info. Come base del calcolo sono stati usati i dati dell’Inps sulla “pensione ai superstiti”: la spesa complessiva è di 38 miliardi di euro per un totale di 4,5 milioni di pensioni di reversibilità. Oltre ai dati Inps, è stato considerato poi il numero di coppie dello stesso sesso in Francia, Germania, Regno Unito e Spagna, dove già esiste il riconoscimento legale delle coppie omosessuali, e quello relativo all’Italia.

Ipotizzando un andamento della mortalità simile a quello delle coppie eterosessuali francesi e applicando proporzionalmente il costo della reversibilità delle coppie etero italiane, ci sarebbe un esborso per l’Inps pari a 1,1 milioni di euro l’anno a regime dal 2030

Il numero di coppie dello stesso sesso conviventi in Italia, censite nel 2011 è di 7.500, ma si tratta di una cifra al ribasso. Le motivazioni, spiegano da Love Out Law, «sono molto probabilmente riconducibili a cause culturali, sociali e normative». Negli altri Paesi, il numero rappresenta invece le coppie che hanno già proceduto alla riconoscimento legale, quindi per queste coppie non esiste la resistenza nel dichiarare il proprio stato civile. Ecco perché gli studiosi che hanno realizzato la relazione per Love Out Law hanno trascurato il dato delle 7.500 coppie italiane, utilizzando invece una stima basata sui numeri massimi francesi (83,5mila coppie) e quelli minimi tedeschi (22mila coppie).

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MESSAGGIO PROMOZIONALE

Nell’ipotesi in cui il ddl Cirinnà dovesse entrare in vigore da gennaio 2016, come ha subito promesso il ministro Maria Elena Boschi dopo la condanna di Strasburgo, gli analisti prevedono una progressione dei numeri delle coppie registrate più vicina a quelli della Francia, che già nel 1999 ha approvato i primi riconoscimenti delle unioni civili e che per giunta ha una popolazione più simile a quella italiana. La cifra delle quasi 84mila coppie francesi si è sviluppata dal 1999 in poi, cioè in 12 anni, con un andamento medio di 5.700 unioni gay all’anno, in diminuzione a partire dal 2011. Si suppone che in Italia la velocità di progressione possa essere simile. Nel primo anno la stima è che circa 2.500 coppie gay sceglieranno di sancire l’unione civile. Ovviamente non tutte queste coppie hanno da subito un coniuge deceduto al quale erogare la pensione.

L’Inps: “Costerà solo pochi milioni di euro l’estensione della reversibilità della pensione alle coppie dello stesso sesso che costituiranno un’unione civile”

Ipotizzando un andamento della mortalità simile a quello delle coppie eterosessuali francesi e applicando proporzionalmente il costo della reversibilità delle coppie etero italiane, l’ipotesi più realistica sarebbe un esborso per l’Inps pari a 1,1 milioni di euro l’anno a regime dal 2030. E i costi potrebbero essere addirittura più bassi, se l’avvicinamento all’unione civile in Italia fosse più lenta che in Francia e se si tenesse conto che gli stipendi degli omosessuali risultano in media inferiori a quelli degli etero. Senza dimenticare che la spesa per le unioni civili tra gay potrebbe essere compensata dal costo minore sostenuto per via del calo dei matrimoni eterosessuali.

Lo ha detto anche l’Inps nero su bianco in una relazione tecnica: «Costerà solo pochi milioni di euro l’estensione della reversibilità della pensione alle coppie dello stesso sesso che costituiranno un’unione civile». Secondo l’istituto guidato da Tito Boeri, la spesa annuale iniziale sarebbe di 100mila euro, salendo poi a sei milioni di euro nel 2025. Le cifre sono lontane dall’ipotesi di 300 milioni dell’Ncd Maurizio Sacconi, e soprattutto dai 40 miliardi di cui aveva parlato Angelino Alfano. 

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