Oggi Calais, domani l’Eliseo. Marine Le Pen sfida l’Europa

Oggi Calais, domani l’Eliseo. Marine Le Pen sfida l’Europa

Una lunga, costante, campagna elettorale fino alle presidenziali del 2017. Mentre in Francia media e analisti discutono sulla strategia del Front National, che con un ennesimo colpo di scena comprometterebbe la corsa alle presidenziali, la grande regione di Nord-Pas-de-Calais/Piccardia potrebbe diventare già a dicembre la prima amministrata dal Front National. Marine Le Pen, presidente del partito d’estrema destra, ha infatti ufficializzato la sua candidatura in testa alle liste per le regionali del dicembre 2015 nel corso di un’intervista a I-Télé ed in conferenza stampa ad Arras, davanti a circa 300 simpatizzanti. Ma dalla corrente ‘tradizionale’ del partito, quella che fa capo a Jean-Marie e si chiude con il delfino Marion Maréchal Le Pen, ci si chiede se la candidatura, presentata a breve distanza dalla sfida presidenziale, non rischi di compromettere la corsa di Marine verso l’Eliseo.

I sondaggi danno ragione a “Bleu Marine”: in testa con il 33 per cento delle preferenze davanti a repubblicani e socialisti

In realtà ci sono motivi per credere che non sarà necessariamente così. Il ferro si batte fin quando è caldo ed i sondaggi per ora danno ragione a “Bleu Marine”. Un a rilevazione effettuata da OpinionWay il 30 Giugno scorso per conto della televisione LCI e per il quotidiano Le Figaro lo conferma: la Le Pen risulta in testa nella regione di Nord-Pas-de-Calais/Piccardia nelle intenzioni di voto con il 33 per cento delle preferenze davanti al candidato dei Repubblicani Xavier Bertrand (26 per cento) e quello dei socialisti Pierre de Saintignon (che raggiungerebbe il 23 per cento soltanto in caso di alleanza coi verdi di Europe Ecologie-Les Verts). Al secondo turno, secondo lo stesso sondaggio, Marine Le Pen vincerebbe con il 37 per cento davanti a Bertrand (32 per cento). Il sondaggio fa il paio con quello pubblicato una decina di giorni da Ifop per il giornale La Voix du Nord: stessi numeri, Front National in testa con il 32-33 per cento delle preferenze al primo turno e vittoria al secondo turno. Insomma i sondaggi descrivono con un certo realismo cosa potrebbe accadere nel prossimo futuro.

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MESSAGGIO PROMOZIONALE

La grande regione del nord è assillata da problemi che ricadono storicamente nella sfera d’influenza e nella propaganda elettorale del Front National: disoccupazione, de-industrializzazione, migranti. Perché privarsi di un risultato che può essere ottenuto in pochi mesi, dando un segnale di forza a tutto il Paese, solo per preservare un presunto vantaggio nel lungo termine? In realtà la candidatura alle regionali, col vento in poppa e i sondaggi favorevoli, prepara il terreno per le difficili elezioni presidenziali del 2017 il cui orizzonte sembra ancora troppo lontano. La forza del Front National, è risaputo, sta nel breve termine, nell’incalzare attraverso il linguaggio dell’emergenza che parla al ventre molle della società. Nel populismo che agita lo spauracchio di una Francia asserragliata dietro le mura di Ventimiglia per preservare “l’Esagono” dall’imminente invasione di rifugiati.

Una regione sofferente: disoccupazione e de-industrializzazione

In gioco c’è un territorio chiave che in queste settimane balza nelle cronache quotidiane per le conflittualità che incarna. Una regione che “pesa” 6 milioni di abitanti, il cui PIL nel 2014 s’è attestato sui 151,6 milioni di euro ma il cui tasso di disoccupazione è tra i più alti di Francia: 12,5 per cento nell’ultimo trimestre del 2014. Altro problema, la de-industrializzazione che ha fatto di questo territorio uno dei più sofferenti. Chiusura di fabbriche e delocalizzazione a Est o nel Maghreb: un copione che si ripete ormai da un decennio. Con tutti i problemi che si ripercuotono sui suoi abitanti Calais fornire un enorme serbatoio di voti alla Le Pen. E nel caso di una vittoria alle regionali del 2015 potrebbe rappresentare una svolta in vista delle presidenziali. Ecco perché la Le Pen vuole rendere la campagna elettorale per le regionali in una vera e propria battaglia politica sfruttando la carta della regione Nord-Pas-de-Calais/ Piccardia, una regione, a suo dire, trasformata da destra e sinistra negli anni in “una grande terra di miseria, povertà e de-industrializzazione”. 

L’inferno di Calais: crisi migranti e baraccopoli

Quasi tremila migranti vivono in tende e in rifugi di fortuna con la speranza di raggiungere le bianche scogliere di Dover. È emergenza umanitaria

E poi c’è il nodo di tutti i problemi: Calais. Una città, per la Le Pen, trasformatasi in un incubo per i suoi abitanti a causa del problema dei migranti. Quasi tremila persone, in maggioranza afghani, sudanesi, eritrei e siriani, che vivono in tende e rifugi di fortuna con la speranza di raggiungere le bianche scogliere di Dover. Una landa di desolazione dove si ammassano migliaia di disperati. Qui quattro ONG hanno lanciato nelle ultime ore un’operazione d’urgenza per evitare una crisi umanitaria. Recipienti per l’acqua potabile, kit d’igiene, bagni chimici, cucine collettive. Dall’altra parte si susseguono manifestazioni di estrema destra (come quelle di “Sauvons Calais”) per chiedere immediatamente la chiusura dei campi. Calais è un concentrato dei problemi endemici del Nord della Francia. Chissà che con un’eventuale vittoria del Front National la parola “ruspa” non entri a far parte del lessico degli abitanti di Calais.  

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