I danni provocati dal sole sono ormai da anni conosciuti a tutti. Studi recenti dimostrano per esempio che «appena cinque scottature nei primi venti anni di vita possono aumentare il rischio di sviluppare tumore della pelle in età adulta». E in generale l’esposizione al sole senza protezione danneggia la pelle e può causare il cancro. Sbagliato però pensare che il sole abbia solo effetti nocivi sulla nostra salute. Sono numerose infatti le indicazioni che mostrano come se “usato con coscienza” il sole abbia anche effetti positivi sul nostro organismo. Gli effetti benefici del sole sulla nostra salute sono principalmente legati allo produzione di vitamina D. Certo non può essere considerata la panacea di tutti i mali, ma studi scientifici ne hanno dimostrano l’importanza per prevenire alcune malattie come i tumori. E il modo migliore per aumentare i livelli di vitamina D nel sangue resta un’esposizione al sole, ma intelligente, sicura e limitata.
Appena cinque scottature nei primi venti anni di vita possono aumentare il rischio di sviluppare tumore della pelle in età adulta
La vitamina D in realtà non è una semplice vitamina ma si comporta più come un ormone. Viene sintetizzata a partire dalla pelle in seguito all’esposizione al sole e può essere assunta con la dieta. Passa poi nel sangue dove viene trasportata fino al fegato e al rene. Qui viene trasformata nella forma biologicamente attiva, il calcitriolo. Questo è in grado di influenzare diverse vie metaboliche e l’espressione di numerosi geni, e le sue funzioni principali sono quelle di favorire l’assorbimento del calcio e del fosfato dall’apparato gastrointestinale e dai reni inibendo, nel contempo, il rilascio di calcitonina (ormone prodotto dalla tiroide, in grado di regolare la concentrazione di calcio nel sangue). È necessario perciò per molte funzioni cellulari e se carente può causare problemi per la salute.
«La nostra paura per l’esposizione ai raggi UV, sta causando un’epidemia silenziosa di carenza di vitamina D»
Secondo Frank Lipman, esperto internazionale di Medicina integrativa e funzionale, «la nostra paura per l’esposizione ai raggi UV, sta causando un’epidemia silenziosa di carenza di vitamina D. Silenziosa perché in pochi sanno di esserne carenti. È ormai un’idea consolidata che anche piccole quantità di sole possono danneggiarci, e che è necessario proteggersi sempre con la crema solare, ma questa blocca la produzione di vitamina D e aggrava la sua carenza già indotta dalla vita moderna, sempre più al coperto». D’altra parte come spiega sempre Lipman sull’Huffington post, «i nostri antenati hanno vissuto per anni all’aria aperta esposti continuamente al sole, e non ha senso pensare che il sole sia totalmente dannoso per noi. Come avremmo potuto evolverci come e sopravvivere come specie se fossimo realmente stati così vulnerabili a un fattore a cui siamo stati costantemente esposti?» si chiede ancora. «Come tutti gli esseri viventi anche noi abbiamo bisogno del sole, e ci fa sentire bene per diversi motivi. Proprio come le piante sfruttano i raggi del sole con la fotosintesi, il nostro corpo utilizza la luce solare per produrre la vitamina D di cui ha bisogno per costruire le ossa, sedare l’infiammazione, rafforzare il sistema immunitario e proteggerci contro il cancro».
«Se è vero che la radiazione solare costituisce uno dei principali agenti cancerogeni, un sempre maggiore numero di ricerche dimostra come l’esposizione moderata ai raggi del sole possa esercitare effetti positivi sulla salute psico-fisica che si esplicano nel miglioramento della densità ossea, nella apparente riduzione del rischio per molti tipi di cancro, nella cura di alcune patologie dermatologiche e nel miglioramento dell’umore» scrivono Carlo Signorelli e Mila Fanti del Dipartimento di Sanità pubblica Sezione di Igiene dell’Università di Parma sulla rivista dell’Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente). «Sono necessari però ulteriori studi, ed è troppo presto per esortare la popolazione a un aumento dell’esposizione al sole, come approccio di sanità pubblica che deve essere estremamente cauto per non vanificare gli interventi mirati a diminuire l’incidenza dei tumori cutanei, specialmente nei soggetti con tipo di pelle più chiara e bassi livelli di esposizione che possono avere un aumentato rischio di cancro alla prostata o al colon. Non esistono, infatti, valori oggettivi relativi alla quantità e alla durata dell’esposizione salubre e si devono tenere in conto variabili inescludibili, quali la sensibilità individuale, le misure protettive adottate dall’utente e lo stato nutrizionale, con particolare attenzione ai livelli di introduzione di vitamina D». (Qui rischi e benefici a confronto).
L’ideale insomma individuare un’esposizione ottimale che consenta di avere livelli protettivi di vitamina D senza aumentare il rischio di tumore cutaneo. Come fare? Lo spiega sempre Lipman, con nove consigli per una sana esposizione al sole e l’ottimizzazione dei livelli di vitamina D.
1- Abbiate rispetto per il sole. È una potente medicina con effetti collaterali potenzialmente pericolosi per la pelle. Dovete trattarlo come un farmaco, utilizzando la dose minima necessaria, ma senza evitarlo del tutto. Mai addormentarsi al sole senza protezione.
2 -Evitate sempre le scottature, sono queste a causare i problemi, non una sana esposizione al sole. Scottature ripetute nel tempo, in particolare nei bambini e nelle persone dalla carnagione molto chiara, sono state collegate al melanoma.
3 – Prepara gradualmente la pelle all’esposizione al sole. Inizia a esporti in primavera o nelle prime ore del giorno quando il sole è meno forte, e lentamente aumenta la quantità di tempo passate al sole.
4 – Esporsi al sole senza protezione per 15-30 minuti 2-4 volte alla settimana. Ognuno di noi ha esigenze diverse di esposizione al sole, senza protezione, per mantenere adeguati livelli di vitamina D, a seconda dell’età, del tipo di pelle, di dove si vive e dell’ora del giorno e dell’anno in cui si prende il sole. Più si vive lontano dall’equatore, per esempio, maggiore è l’esposizione al sole necessario per generare vitamina D.
5 – Esporsi al sole per periodi frequenti e brevi. Brevi esposizioni regolari sono molto più efficaci e sicure di esposizioni intermittenti e lunghi. Va sottolineato poi che non si genera vitamina D se vi trovate dietro una finestra di vetro, perché i raggi UVB necessari per la produzione di vitamina D vengono assorbiti dal vetro stesso.
6 – Dopo i 15-30 minuti di esposizione senza crema solare, è necessario proteggersi. Se volete stare fuori al sole per più tempo, è raccomandabile indossare un cappello per proteggere il viso e abiti di colore chiaro che proteggono dal sole e mantengono fresco. Usare sempre creme solari con meno sostanze chimiche possibili e ricordate che una volta applicata la crema la pelle smette di produrre vitamina D.
7 – Potenzia la tua “protezione solare interna” con l’alimentazione. Antiossidanti e grassi buoni per la salute rafforzano le cellule della pelle, contribuendo a proteggerli dai danni del sole. Mangiare molte porzioni di verdure e frutta come mirtilli, lamponi, bacche di Goji e melograni e integrare con olii di pesce sono consigliati quando ci si espone al sole.
8 – Controllare regolarmente i livelli ematici di vitamina D. Non fate affidamento solo sull’alimentazione per mantenere livelli adeguati di vitamina D. I grassi di pesce selvatico (non di allevamento), come il salmone e lo sgombro sono le migliori fonti alimentari, ma sono necessarie quantità enormi ogni giorno per soddisfare le quantità di vitamina D necessarie al nostro organismo.
9 – Se necessario assumere integratori di vitamina D3. I supplementi di vitamina D forniscono gli stessi benefici del sole (in termini di bisogni di vitamina D), anche se non è esattamene la stessa cosa e se presi in dosi eccessive, gli integratori possono causare tossicità, cosa che non succede con l’esposizione al sole. È impossibile infatti generare troppa vitamina D: il corpo sarà autoregolarsi e generano solo ciò di cui ha bisogno.