«La nostra valutazione complessiva sull’operato di Car2Go non è positiva ma i concessionari fanno le loro scelte». Con queste parole Cristina Tajani, assessore alle Politiche per il Lavoro, Sviluppo economico, Università e Ricerca del comune di Milano, commenta la decisione di Car2Go di far pagare un sovrapprezzo da 4.90 euro agli utenti che lasciano i veicoli nelle zone periferiche della città a partire dal 17 agosto. La tariffa al minuto di 0.29 euro rimane invece invariata.
«Un sistema di incentivi e disincentivi al fine di ottimizzare la dislocazione delle nostre Car2Go a Milano» ha scritto nel proprio comunicato il player di car sharing, che appartiene al gruppo Daimler AG e che è stato il primo operatore del settore a entrare nel mercato italiano. Oltre alla sovrattassa per il posteggio nei quartieri in periferia ha lanciato anche l’iniziativa PrendiMI: gli utenti che riportano verso il centro le Smart godranno di minuti aggiuntivi gratuiti, accreditati entro tre giorni feriali e da utilizzare, solo su Milano, entro un mese.
«La nostra delibera poneva dei vincoli sul sistema di copertura del territorio cittadino, circa il 96% del totale, ma non abbiamo strumenti per imporre un sistema tariffario diverso – dichiara la Tajani intervistata da Linkiesta -. Possiamo mettere in atto operazioni di moral suasion come la convocazione a settembre dell’amministratore delegato in Consiglio comunale, cosa che avverrà alla riapertura dei lavori di commissione. Ciò che abbiamo notato in questi mesi è che per le aziende della sharing economy contano molto i meccanismi reputazionali e di coerenza con la propria immagine, molto meno le imposizioni amministrative».
Car2go alza le tariffe per parcheggiare in periferia ma il Comune non può intervenire. L’assessore Tajani: «Gli operatori di mercato fanno le loro scelte, noi possiamo fare moral suasion»
Nonostante le parole dell’assessore al Lavoro, a poche ore dal comunicato di Car2go, la polemica non si è affatto placata fra cittadini ed esponenti della sinistra politica meneghina: il consigliere comunale Alessandro Giungi, gruppo consiliare del Pd, ha rilasciato un duro comunicato, ripreso da molti colleghi, in cui definisce la decisione « vessatoria e lesiva dei diritti di coloro che hanno già sottoscritto un abbonamento Car2Go e dei milanesi che non hanno la residenza o il luogo di lavoro in centro città», invitando «l’Amministrazione a valutare le opzioni legali per tutelare i suoi cittadini da un servizio che nasce con lo spirito di unire e non dividere il centro e il resto della città». Mentre Mirko Mazzali , capogruppo di Sel a Palazzo Marino, ha commentato con sarcasmo su Facebook la scelta, chiedendo a Car2go di cambiare denominazione in Car1gocenter.
MESSAGGIO PROMOZIONALE
Su Facebook e Twitter la rivolta degli utenti non si è fatta attendere. C’è chi minaccia boicottaggi, chi chiede azioni legali da parte del Comune e dell’assessorato alla Mobilità per violazione di accordi in corso e, da ultimi, quelli che invitano Car2go a rinunciare ai vantaggi competitivi – tariffa area C calmierata e possibilità di parcheggio su strisce gialle e blu – rilasciati dal Comune in cambio dello status di servizio pubblico. C’è addirittura chi chiede di poter riavere indietro i suoi 29 euro di iscrizione, restituendo la tessera, adducendo come motivazione il cambio del contratto in corso. Nel frattempo c’è chi potrebbe approfittarne: Enjoy, il principale competitor di Car2go, di proprietà di Eni, che ha recentemente fatto sapere che allargherà il proprio raggio d’azione ad alcuni comuni dell’hinterland milanese come Rozzano e Sesto San Giovanni senza cambiare le condizioni tariffarie.
Per Cristina Tajani gli aspetti amministrativi vanno valutati dall’assessorato alla mobilità di Pierfrancesco Maran, che non ha ancora rilasciato dichiarazioni nel merito, «ma quello che riferiscono i tecnici è che l’unico strumento rimane la moral suasion» e comunque questa vicenda non deve incrinare il progetto di Milano come sharing city: «Abbiamo sempre detto che l’economia della condivisione è più amplia dei singoli operatori con caratteristiche da multinazionali che hanno trovato una via di mercato e profit – aggiunge -. Non demonizziamo gli operatori più grandi, ma guardiamo sopratutto alle realtà dall’utilità sociale comprovata: banche del tempo, piattaforme per lo scambio di lavoro, social street. Non devono per forza avere il denaro come mediatore dello scambio».
L’assessore Cristina Tajani lavora da mesi a stretto contatto con gli operatori della sharing economy, realtà economiche che dal settore della mobilità cittadina a quello del turismo crescono a ritmi serrati pur in assenza di una legislazione omogenea in Italia e di regole basilari.
I casi Uber e Car2go non devono fermare Milano nella strada verso la sharing economy. «C’è già un albo con 70 operatori, la delibera del 2014. Questa è la risposta della città alla crisi economica»
Questo confronto con l’assessorato al Lavoro è culminato nella delibera dell’autunno 2014 sulla sharing, una dichiarazione d’intenti per trasformare Milano in una delle capitali di settore, ispirandosi al modello Seoul che ne è, a detta degli osservatori, la patria globalmente riconosciuta.
Delibera che in primo luogo ha previsto l’istituzione di un albo degli operatori milanesi a cui a oggi aderiscono circa 70 agenti, e una serie di pressioni sul Governo centrale per stabilire una volte per tutte che cosa sia l’economia collaborativa e cosa no: «Non do definizioni di economia collaborativa e di sharing economy per quello che vorrei fossero, ma per quello che sono – conclude Cristina Tajani -. In risposta alla crisi a Milano sono maturate nuove esperienze economiche. Il nuovo non è sempre il meglio o il desiderabile, ma una pubblica amministrazione che si pone come estranea, non sta svolgendo il suo lavoro. Il nostro favore va agli operatori sociali ma non discriminiamo le piattaforme commerciali».
Aggiornamento ore 21: l’assessore Pierfrancesco Maran ha fatto sapere tramite una nota che «l’Universalità del servizio su tutto il territorio è fondamentale. A rischio il rapporto di fiducia con l’operatore». Il Comune ha scritto oggi a Car2go riservandosi di valutare se la nuova proposta tariffaria sia conforme ai principi di interesse pubblico esplicitati nell’avviso pubblico del 2013.