Con l’avvento di tecnologie per l’editing del genoma come il Crispr, non sembra più tanto insensato pensare che un giorno potremmo riformattare la genetica umana per rendere le persone più intelligenti. È però probabile che nel breve termine le persone saranno in grado di selezionare gli embrioni con la probabilità genetica di svilupparsi in bambini con un elevato Qi (quoziente intellettivo).
Selezione manuale
Il Bgi (precedentemente conosciuto come Beijing Genomics Institute), una società privata di Shenzhen, in Cina, è uno dei tanti gruppi di ricerca che stanno cercando di elaborare una mappa di tutti i geni che influiscono sull’intelligenza (vedi “I nostri geni possono dire quanto siamo intelligenti?” e “All’interno della fabbrica cinese del genoma”).
Stando a Stephen Hsu, vice presidente della ricerca presso la Michigan State University e consulente scientifico del Bgi, nel genoma di una persona esistono probabilmente migliaia di possibili variazioni di Dna che possono influenzarne l’intelligenza, e finora ne sono state identificate solamente 70.
Una mappa integrale potrebbe essere pronta in 5 anni. I genitori che dovessero utilizzare la fecondazione in vitro potrebbero chiedere ai dottori di selezionare gli embrioni con la composizione genetica ottimale per l’intelligenza
Hsu crede che una mappa integrale potrebbe essere pronta nel giro di cinque anni, per cui i genitori che dovessero utilizzare la fecondazione in vitro potrebbero richiedere ai dottori di selezionare gli embrioni con la composizione genetica ottimale per l’intelligenza. «In futuro, in certe società, la prospettiva potrebbe essere quella del “sesso per l’intrattenimento; scienza per la riproduzione”», dice. «Trovo che i servizi di assistenza sanitaria dovrebbero impegnarsi a mettere questa tecnologia a disposizione di tutti – altrimenti daremo vita a una forma realmente terribile di disuguaglianza».
Il Bgi sta conducendo le sue ricerche sequenziando i genomi di persone con Qi particolarmente elevato. Finora, i ricercatori hanno raccolto informazioni da diverse migliaia di individui, ma alcuni genetisti si chiedono se le dimensioni di queste raccolte siano sufficienti a renderli significativi.
Stimolazione cerebrale
Giocare con la genetica non è la sola possibilità. Pur non essendo paragonabile all’incremento del proprio Qi, che è una questione di attitudine, un giorno si potrebbe riuscire ad alterare gradualmente la propria neurofisiologia al fine di migliorare l’abilità di risolvere problemi. Questa è l’idea dietro l’iniziativa finanziata dal governo degli Stati Uniti e denominata Strengthening Adaptive Reasoning and Problem-Solving (Sharp), per la quale l’Office of the Director of National Intelligence sta spendendo 12,5 milioni di dollari nell’arco di tre anni e mezzo, con l’obiettivo finale di ottenere «miglioramenti nelle prestazioni di adulti in ambienti ricchi di informazioni».
Al di là della genetica, un giorno si potrebbe riuscire ad alterare gradualmente la propria neurofisiologia al fine di migliorare l’abilità di risolvere problemi
In un progetto finanziato da questa iniziativa, alcuni ricercatori dell’Università del New Mexico stanno sperimentando l’applicazione di stimolazioni elettriche alla testa di persone che giocano a videogiochi della famiglia “brain training”, simili a quelli offerti dalla Lumosity. Il progetto ricorre alla stimolazione transcraniale a corrente diretta (tDCS) – una scarica indolore a basso voltaggio – per attivare i neuroni in aree specifiche del cervello conosciute per la loro influenza su memoria, ragionamento e processo decisionale. I soggetti di uno studio sono stati inizialmente sottoposti a compiti di memoria intensiva, come trovare oggetti nascosti in una immagine, e a una nuova serie di mansioni dopo aver ricevuto una qualche forma di stimolazione. Nel ripetere il gioco dopo aver ricevuto una stimolazione via tDCS, i soggetti hanno visto incrementare il loro rendimento del 27 percento, mentre quelli che hanno continuato a ripetere il gioco senza alcuna stimolazione hanno saputo incrementare le proprie prestazioni del 14 percento.
Alcuni ricercatori dell’Università dell’Illinois, finanziati dalla stessa iniziativa, stanno intraprendendo un approccio più ampio. Oltre alla tDCS, i 315 soggetti di questa sperimentazione si sottopongono a sessioni di addestramento fisico, meditazione e nutrizione con lo scopo di accrescere l’acutezza mentale e la capacità di giudizio. Nel contempo, però, è doveroso precisare che la tDCS non è ancora stata pienamente dimostrata. Una analisi condotta su diversi studi e pubblicata lo scorso inverno ha scoperto che “non sembra generare un effetto cognitivo affidabile”.
Conclusioni
Nella corsa per rendere gli esseri umani più intelligenti sono emerse due fazioni: coloro che mirano ad accrescere la fisiologia di cervelli adulti con qualcosa che ricorda una terapia per l’intelligenza, e coloro che sperano di raggiungere direttamente la fonte ed alterare l’ereditabilità dell’intelligenza.
(traduzione di Matteo Ovi)