I tagli alla sanità sono populisti, il vero risparmio è la digitalizzazione

Spending review

«È come se si smettesse di fare manutenzione a un’auto già vecchia». L’auto vecchia, secondo Mariano Corso, responsabile scientifico dell’Osservatorio Innovazione digitale in sanità del Politecnico di Milano, è la sanità pubblica italiana. E la scarsa manutenzione sono gli ulteriori tagli di 2,3 miliardi all’anno da poco approvati con il decreto enti locali. «Si fanno ancora tagli lineari sulla spesa in sanità pubblica, quando invece si dovrebbe parlare di come fare per non aumentarla», dice Corso. «Con la crescita demografica dei prossimi anni e l’aumento delle malattie croniche, i costi cresceranno, come succede con un’auto vecchia. Quello che si dovrebbe fare è ridefinire il mix di spesa e pensare a una vera riforma della sanità, non a un semplice taglio che è solo molto populista».

Come? Il team guidato da Corso ha fatto i calcoli: «Una rivoluzione digitale completa della sanità potrebbe finanziare la modernizzazione del sistema, fornendo benefici per circa 15 miliardi l’anno, tra maggiore produttività per le strutture sanitarie e i risparmi per i cittadini». Le parole chiave sono telemedicina, telemonitoraggio, referti digitali, cartella clinica elettronica, assistenza domiciliare. Tutte cose che eviterebbero il ricorso all’ospedale e ridurrebbero i costi. «Pensiamo alle banche prima del bancomat e dell’home banking: la sanità italiana è a quei livelli. Con il bancomat e i bonifici online non solo il sistema è migliorato per noi, ma anche per l’organizzazione e il costo del lavoro nelle banche».

“Pensiamo alle banche prima del bancomat e dell’home banking: la sanità italiana è a quei livelli. Con il bancomat e i bonifici online non solo il sistema è migliorato per noi, ma anche per l’organizzazione e il costo del lavoro nelle banche”

Nonostante la popolazione italiana sia la più anziana d’Europa, la spesa sanitaria in Italia è pari “solamente” all’8,8% del Pil, inferiore all’11% di Olanda, Svezia, Germania e Francia. Che significa: circa mille euro in meno all’anno per ogni cittadino. «A fronte dei pesanti tagli già realizzati negli anni scorsi», spiega Corso, «la spesa sanitaria complessiva nel nostro Paese è difficilmente comprimibile, anche perché la domanda di cura di un Paese che invecchia non può che essere in aumento. Nessun ragionevole dibattito sui tagli si può avviare oggi senza considerare l’unica vera strada per creare efficienza nel nostro sistema sanitario, che è quella dell’innovazione tecnologica e organizzativa».

Il primo passo di questo processo è il cambiamento della distribuzione della spesa. «Oggi c’è un altissimo tasso di ospedalizzazione», dice Corso, «e aumentando le malattie croniche tipiche della vecchiaia aumentano anche le spese sanitarie. Bisognerebbe invece sviluppare forme di medicina territoriale e telemedicina alternative agli ospedali». Oltre a sviluppare forme molto semplici di semplificazione come «il ritiro dei referti in Rete e il pagamento dei ticket online».

I benefici, calcolati dall’Osservatorio, ammonterebbero a 7 miliardi di euro all’anno dal lato del sistema sanitario nazionale, più 8 miliardi di euro in termini di benefici per i cittadini. «È impossibile», risponde Corso. «Sono efficienze che vanno reinvestite nella trasformazione del sistema da manuale, com’è oggi, a digitale. Più che un risparmio, evito che la spesa aumenti e di sicuro non peggioro la qualità del servizio».Corso fa un esempio: «Invece di andare in ambulatorio, sviluppo un sistema di consegna del referto online, che posso inviare direttamente al medico di medicina generale per un consulto. In questo modo il Sistema sanitario nazionale non ha costi di sportello, in più il cittadino non deve prendere la macchina, cercare parcheggio e fare la fila». Un taglio effettivo sul bilancio dello Stato? 

Molto di questo sistema passerebbe dai medici di medicina generale. «Sono loro che avranno in cura i pazienti cronici», dice Corso. «È chiaro che i pazienti anziani che troviamo sempre in coda dal medico costano di più di un paziente giovane che il medico non vede quasi mai». Ed è sugli anziani che bisogna agire. «Il medico di medicina generale dovrà essere in grado di emettere le ricette elettroniche per la prescrizione dei farmaci, interagendo online con i pazienti. E con i referti delle visite specialistiche online potrà direttamente comunicare con lo specialista. La stessa cosa si potrà fare con il telemonitoraggio dei parametri vitali. Ad oggi ancora molti anziani vanno dal medico per misurare la pressione». Non a caso, già oggi molti medici di medicina generale e specialisti sono riuniti in cooperative, garantendo in alcuni casi servizi più ampi e 24 ore su 24.

«È così che preparo il sistema all’aumento della domanda di cura», dice Corso. «Se invece tolgo solo soldi dalla parte della spesa a cui le regioni devono far fronte comunque, faccio solo andare fuori controllo i conti pubblici regionali, come già è accaduto in regioni come la Calabria ad esempio, incentivando il fenomeno di cittadini che vanno a curarsi in altre regioni, come già accade, o addirittura in altri Paesi, con un impoverimento conseguente del settore della salute che conta oggi 800mila addetti».

Secondo i calcoli fatti dall’Osservatorio del Politecnico, la spesa complessiva in digitalizzazione della sanità italiana nel 2014 ha raggiunto quota 1,37 miliardi di euro, pari a 1,3% della spesa sanitaria pubblica, corrispondente a 23 euro per abitante. Per fare un paragone, in Danimarca se ne spendono 70, in Inghilterra 60. Ma ci sono delle differenze regionali notevoli. «Nelle regioni in cui l’investimento in tecnologie per la sanità è maggiore, come Lombardia, Emilia Romagna e Toscana, c’è più qualità dei servizi e minori livelli di spesa». Entro fine anno tutte le regioni dovrebbero anche avviare il cosiddetto “fascicolo sanitario elettronico”, una sorta di raccolta informatica dello stato di salute del paziente. «Ma già si sa per che le regioni più deboli, dalla Calabria alla Sicilia, questo non accadrà». E con i tagli in vista, l’obiettivo si sposterà ancora più in avanti.

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