C’è uno striscione di anni fa dei tifosi della Reggiana che spiega tanto, se non tutto: “A voi coppe e denari, a noi spade e bastoni”. Erano gli anni d’oro del grande Parma, gli anni di Nevio Scala prima e Ancelotti e Malesani poi. Una poesia da mandare a memoria, un mantra dolcissimo che cominciava così: Buffon Thuram Cannavaro. E i reggiani, che dalle parti del Tardini chiamano Teste quadre (perché testoni e cocciuti, dicono) avevano dovuto ammettere alla fine che a Parma le cose andavano meglio. Coppe e denari, appunto.
Poi le cose sono andate sempre peggio, per il club gialloblù. Che in dieci anni ha cambiato due volte nome e società. Ma resta la voglia di strizzare l’occhio al vicino, anche solo per un attimo. «Abbiamo fatto già più abbonamenti noi che la Reggiana in Lega Pro», chiosa Marco Ferrari, vice-presidente del nuovo Parma 1913. Ma il vero benchmark, come dicono quelli che si intendono di marketing, è ben altro. «Non vogliamo mica fare il Bayern, ma il nostro modello è proprio quello tedesco», chiarisce Ferrari uscendo dalla pancia del Tardini, poco dopo la fine della conferenza stampa organizzata al volo per presentare i quadri tecnici della rinascita del calcio cittadino, dopo il fallimento, la discesa tra i dilettanti e il mantra amarissimo che cominciava con Ghirardi Doca Manenti.
La presentazione allo stadio del 28 luglio è stata messa in piedi in poco tempo, perché l’affiliazione da parte della Figc è arrivata solo il pomeriggio prima. Battuto il Magico Parma di Giuseppe Corrado, manager torinese di fede bianconera (che forse da queste parti è peggio che esser testa quadra) e ad del gruppo The Space. Si era mosso assieme al figlio per rilevare Parma e tentare l’avventura in B, poi ci aveva riprovato per la D. Ma la sensazione, diventata certezza con i giorni che passavano, è che il sindaco avesse intenzione di appoggiare con una lettera l’altra cordata, il Parma 1913. Tanto che oltre alla lettera, il Consiglio Comunale ha concesso l’uso del Tardini solo a questi, salvo poi tornare indietro e darlo pure al Magico Parma.
D’accordo, ma che c’entrano i tedeschi in tutto questo? «Per noi il fallimento del Parma Calcio non è stato il fallimento di una persona, ma di un modello del padre padrone che assume su di sé l’onere di una squadra. Ma se guardiamo l’evoluzione del calcio italiano, non c’è la solidità sufficiente per gestire il tutto. Siamo convinti che si possa fare in un altro modo: nel 1999 in Germania è stata introdotto la norma del 50% massimo che può avere in mano una sola persona e ciò ha dato vita a modelli di multiproprietà e di azionariato popolare. Ovvio, siamo in Italia, questo processo ha bisogno di essere accompagnato da un’azionista di maggioranza e da un azionariato diffuso. Abbiamo quasi 200 diversi soggetti tra professionisti e Parma Club che hanno deciso di aiutarci»: lo aveva spiegato lo stesso Ferrari lo scorso 1 luglio, presentando per la prima volta il progetto.
Il Parma 1913 è stato concepito come l’unione di due newco: accanto alla “Nuovo Inizio” c’è la “Parma Partecipazioni Calcistiche”, che raccoglie le adesioni dell’azionariato diffuso
Due giorni prima, il 29 giugno, era stata costituita ufficialmente nell’ufficio del notaio Almansi, lo stesso sotto il quale i giornalisti hanno atteso la consegna delle offerte per il salvataggio del Parma Fc, la Nuovo Inizio. Ovvero, la prima newco che riunisce il capitale “pesante”, quello degli imprenditori che oltre Ferrari conta Guido Barilla, Giampaolo Dallara, Mauro Del Rio (Buongiorno.it), Angelo Gandolfi (Errea), l’avvocato Giacomo Malmesi e Paolo Pizzarotti dell’omonima impresa. Capitali locali, ma con una dimensione che va ben oltre gli argini del Torrente Parma.
Ma il modello tedesco, si diceva, comprende anche i tifosi. Ecco perché il Parma 1913 è stato concepito come l’unione di due newco: accanto alla “Nuovo Inizio” c’è la “Parma Partecipazioni Calcistiche”, che raccoglie le adesioni dell’azionariato diffuso e che è guidata da Corrado Cavazzini, Presidente dei Veterani dello Sport . Come faranno a decidere, con tante teste? Con dei principi di governance: con un cda con membri che rappresentano le due società, più uno che rappresenta il tifo organizzato, che nomina dei manager. «Non cerchiamo plenipotenziari, ma persone che sanno fare il loro lavoro. Uno di loro sarà Luca Carra, si è sempre occupato di marketing: può fare quello che vuole fino a 50mila euro, da quella cifra in più ha bisogno delle autorizzazioni della dirigenza e del cda. Nessuna squadra in Italia lo fa», chiarisce Ferrari.
MESSAGGIO PROMOZIONALE
La prima fase dell’azionariato diffuso è stata chiusa e ripartirà a fine agosto. L’obiettivo del club è quello di andare avanti con la campagna fino al 29 del prossimo mese, per quindi procedere con la presentazione della squadra e solo allora ripartire con le sottoscrizioni legate all’azionariato. E poi ci sono i lavori di ripristino e manutenzione del Tardini. In ultimo, potrebbe arrivare presto il contratto con Sky per la trasmissione delle gare interne. L’interesse di un grande broadcaster è il riflesso di quanto fatto fino ad ora. La società ha promesso tante cose e la buona volontà c’è tutta. A cominciare dalle vecchie glorie inserite nell’organigramma. La mossa di prendere un grande uomo di calcio come Nevio Scala giova all’immagine, ma anche ad alzare il livello di competenza della nuova società. Predica pazienza Scala, mentre chiacchiera con i giornalisti, sorriso grande come le sue mani che ne stringono altre a destra e a manca: «Stiamo lavorando tra tante difficoltà», spiega.
Tutti nuovi arrivi sono stati presentati senza ancora aver firmato alcun contratto. Gente come Luigi Apolloni, che sarà il nuovo tecnico, o Lorenzo Minotti come direttore dell’area tecnica, sono arrivati sulla fiducia. Se per il primo è un sogno, per il secondo è stato un modo per ripartire: «Alle 7 mi è arrivato un sms e alle 9 ero qui a Parma». A Cesena, dove è nato, ha fatto cose importanti: sotto la sua guida dell’area tecnica, il club è andato in A e si è pure salvato. Per Apolloni la carriera da allenatore è iniziata a Modena, dove si è salvato per due volte. Poi un po’ di alti e bassi tra Grosseto e Reggiana, quindi l’esperienza in Slovenia con il Gorica, squadra che collaborava con il Parma di Ghirardi. In conferenza stampa, Apolloni fatica a parlare: «Scusate, sono emozionato». Un giornalista gli fa notare che «Hai gli stessi occhi di quella sera a Wembley», quando il Parma battè l’Anversa e si prese la Coppa delle Coppe.
«Saremo trasparenti. Vi chiedo un po’ di pazienza, ma abbiamo le idee chiare. Non avremo collusioni con quelle figure che hanno operato a Parma e nel calcio italiano. E ricominceremo dai giovani»
Il tempio del calcio nel frattempo è stato abbattuto e ricostruito. Un processo che interessa anche il Parma, che ripartirà anche dai giovani e da Collecchio: la nuova proprietà ha ottenuto il controllo del centro tecnico fino alla fine della stagione 2017. Insomma, i primi fatti ci sono. E la risposta della piazza è positiva. Pur essendo tra i Dilettanti, la stagione del Parma 1913 è partita forte con gli abbonamenti: mentre Ferrari chiosava sul numero migliore di quello della Reggiana, il numero sul sito Noisiamoparma era già a circa 500. Pochi giorni dopo, hanno oltre passato i 4mila, superando il record della categoria. Qui sta la prima vera novità: il tifoso avrà la possibilità di sottoscrivere tre tipi di tessera, con vantaggi che vanno dalla maglietta agli sconti per il bike sharing cittadino. Occhio alle complicazioni: se si arriva a 7mila tessere, scattano le restrizioni della tessera del tifoso. Il che vuol dire abbonamenti nominali e possesso della tessera, che tante contestazioni subisce ogni anno.
«Saremo trasparenti. Vi chiedo un po’ di pazienza, ma abbiamo le idee chiare. Non avremo collusioni con quelle figure che hanno operato a Parma e nel calcio italiano. E ricominceremo dai giovani», dice Scala. Nel frattempo, è tempo di cominciare i primi allenamenti e si punterà su giocatori che la categoria la conoscono bene. A Collecchio, a inizio agosto, l’unico reduce dalla retrocessione in A sarà Alessandro Lucarelli, capitano per anzianità, vocazione e investitura della piazza parmigiana. Il difensore non guiderà la truppa in montagna: non ci sono i tempi tecnici. Si resta al centro tecnico, dove ci saranno Daniele Melandri (attaccante che ha senato 12 gol con il Forlì), Fabio Lauria (17 gol con il Delta Porto Tolle) e e Luca Cacioli, che affiancherà Lucarelli dopo aver vinto la D con il Rimini. I giovani ci saranno: i 4 under obbligatori in categoria saranno distribuiti tra gli esterni e magari il portiere. Parma “la tedesca” riparte da qui.