Politici, giornalisti, opinionisti, uomini e donne dello star system, tutti di ritorno dalle vacanze per riprendere a lavorare. Non prima di aver donato al mondo il resoconto delle loro avventure e sventure estive da turisti per caso.
A inaugurare questa pratica fu ovviamente il senatore più sbeffeggiato d’Italia, Antonio Razzi, quando di ritorno dalla Corea del Nord paragonò il Paese alla Svizzera «perché le persone sono precise quando si danno gli appuntamenti e le strade pulite». Correva l’anno 2013 ma da allora di provetti viaggiatori ne abbiamo avuti molti.
Dai pranzi di Matteo Salvini, che il 22 agosto esordisce su twitter con un «E per riprendersi dal volo… grigliata!», un famoso trucco già in voga ai tempi di Marco Polo per abbattere il jet lag. Passando per Vito Crimi, il senatore del Movimento 5 Stelle, che pubblica la lettera-scandalo di un amico bresciano, che di ritorno dalle vacanze, dopo due settimane di assenza, ritrova la casa sommersa di polvere e invita le autorità competenti a monitorare la qualità dell’aria, per pubblicare poi i dati su una piattaforma online accessibile a tutti.
Cominciò nel 2013 Antonio Razzi parlando della Corea del Nord come di una Svizzera. L’estate 2015 segnata dal concorso fotografico sull’Abruzzo di Selvaggia Lucarelli e la grigliata per riprendersi dal volo di Matteo Salvini
L’estate 2015 ci regala anche il concorso fotografico di Selvaggia Lucarelli sull’Abruzzo: la giornalista e conduttrice radiofonica ci tiene a precisare che l’Abruzzo è praticamente la sua seconda casa («mia nonna era vastese, mio nonno cupellese») e quindi ha raccolto i migliori scatti inviati dai suoi fan che ritraggono arrosticini di pecora, mamme con gli arrosticini di pecora, nonne con gli arrosticini di pecora e intere comitive di nonne e mamme con gli arrosticini di pecora. Del resto solo una profonda conoscitrice della terra che fu di D’Annunzio poteva pensare di associare l’Abruzzo agli arrosticini di pecora.
In mezzo a tutto questo lavoro di archivio, Selvaggia Lucarelli ha trovato anche il tempo di scrivere un reportage dal Giappone per il Fatto Quotidiano. Peculiarità dal Paese del Sol levante? L’ossessione per l’igiene e i wc con la tavoletta riscaldata. A settant’anni dalle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki è una chiave di lettura originale.
È ancora l’estremo Oriente a regalarci la dissertazione di Luca Gibillini, consigliere comunale di Milano eletto nelle fila di Sinistra Ecologia e Libertà. Di ritorno dalla Cina, Gibillini con un breve post su Facebook spiega ciò che più l’ha colpito: la PERCEZIONE DI SICUREZZA. Sì, scritto in maiuscolo.
Perché per il consigliere di Sel «non si vede un poliziotto, non ci sono telecamere. Non un litigio. Si ha la sensazione che lo spazio pubblico sia davvero pubblico e che ogni cittadino è parte di quella sicurezza collettiva». E con lo yuan svalutato si fa anche spesa a buon mercato – aggiungiamo. Processo di rieducazione culturale completato.
Si ritorna in Italia, dove la senatrice del Partito democratico, Stefania Pezzopane, decide di lanciare l’hashtag #SiciliaBedda, «terra solare ed accogliente» secondo una profonda lettura sociologica e climatica della realtà sicula contemporanea.
La Pezzopane si fa immortalare decine di volte nella Valle dei Templi dove vivono le «notti magiche», come quelle di Totò Schillaci a Italia ‘90, oppure sul lungomare assieme «al piccolo polipo della spiaggia, le pergole di Realmonte, gli amici, le onde». Solo non si vedono i due Liocorni.
Per non parlare di Tommaso Labate, il giornalista del programma di approfondimento de La7 In Onda, che alterna una rima baciata «a vedere la Madonna con nonna» a un più lungo e commosso resoconto del suo viaggio spirituale sulla tomba di Palmiro Togliatti, al cimitero del Verano, nel giorno dell’anniversario della morte. Ci scappa anche una riflessione sull’attualità e sul trascorrere del tempo: «Mi ha colpito molto che la figlia di Togliatti parlasse del padre chiamandolo ‘‘Togliatti’’… La qual cosa risulta singolare assai, sopratutto nel periodo in cui il segretario del Partito lo chiamano ‘‘Matteo’’ pure gli iscritti che l’hanno visto solo su Facebook».
Si chiude con Giulia Innoncenzi, che ha deciso di andare in avanscoperta in Iran con un’amica, per constatare con gli occhi della reporter d’assalto le conseguenze geopolitiche del recente accordo Washington-Teheran sul nucleare. Ne esce un bel post sul suo blog personale dal titolo Due donne sole in Iran: quello che gli uomini non dicono – breve saggio sulla condizione femminile nella vecchia Persia.
Giulia Innocenzi ha raccontato sul suo blog il viaggio in Iran: palpate al sedere, aggressioni fisiche e uomini che mostrano il pene in una moschea
«Capisci di essere arrivata in Iran perché quelle stesse donne che, PRIMA, allo scalo di Istanbul, ti avevano stupito per gli abiti attillati su fisici scolpiti e scollature pronunciate, DOPO, sull’aereo appena atterrato a Teheran indossano camioncini, a nascondere braccia e forme, e – con un moto sincronizzato – srotolano veli e foulard per coprire il capo». Si apre con queste parole il diario di viaggio della Innocenzi ed emerge subito la netta distinzione fra la Turchia – Paese di profonda tradizione liberale e patria della moda – e l’Iran integralista.
Il resto è tutto un continuo di disavventure per la giornalista di Servizio Pubblico e la sua amica: palpate al sedere, inseguimenti, aggressioni fisiche e uomini che mostrano alle due occidentali il proprio prepuzio dentro a una moschea.
A Giulia Innocenzi va ovviamente tutta la solidarietà. Dopo di che se qualcuno fosse interessato ad approfondire il tema ‘‘Iran’’ anche da sotto un profilo che non riguardi gli organi sessuali della maggioranza sciita, si consigliano altre letture in materia.