Esiste un punto di rottura nel paradigma emotivo di qualunque meridionale espatriato, dove con espatriato intendiamo che ha lasciato le sue gloriose origini per trasferirsi in qualunque luogo, in Italia e nel mondo, stanziato più a nord del Molise.
Si tratta del momento in cui il terrone* torna dalla Terronia nella città che l’ha accolto e, invece che tentare il suicidio, tira un sospiro di sollievo. Quest’anno per me è stato un po’ così, al punto che ho deciso di tirare giù l’elenco dei benefit del rientro, al fine di lenirne la dolorosa e dibattuta Sindrome.
Sei rientrato a Milano (ma leggi pure Londra, Berlino o quelchelè).
Cosa succede?
1. Tutti capiscono quello che dici, non usi mai troppi inglesismi. Piuttosto, non ne usi abbastanza.
2. Nessuno si lamenta del fatto che hai preso l’accento di Milano. Al massimo a Milano noteranno che hai ricominciato a fare un uso più arbitrario delle vocali, aprendo ancora di più quelle che andrebbero chiuse e chiudendo ancora di più quelle che andrebbero aperte.
3. Avrai la possibilità di perdere quei 3 kg che hai messo su ingozzandoti di carboidrati e lipidi sotto qualsiasi forma di alimento essi si siano presentati, per l’intera durata delle vacanze. Per non parlare della disintossicazione dal fritto che sarai eventualmente libero di intraprendere senza che nessuno ti dica: «Assaggia, maaangia, mena che mò ti trovi, è un capolavoro»; e soprattutto senza che tu cada nella tentazione di ordinare (al ristorante o al comitato matriarcale borbonico composto da madri, zie e nonne) 14 fritture di pesce in 3 settimane.
4. Da oggi non troverai vestiti di tua sorella/madre/padre/fratello in quello che una volta era il tuo armadio. Questo è davvero il tuo armadio.
5. Potrai andare in un negozio, a qualsiasi ora, e trovare ciò che cerchi. Anche di domenica.
6. Potrai vedere qualunque film al cinema tu voglia, perché di sicuro lo daranno, mica come quei posti dove certi film non arrivano nemmeno.
7. Potrai tornare a fare la raccolta differenziata e a sentirti più in pace con la tua coscienza civica e ambientale, perché quando vedi che giù l’indifferenziata regna ancora sovrana ti sembra di essere in Burundi, e invece sei in Italia.
8. Potrai usare i mezzi pubblici, addirittura la metro.
9. In aggiunta, potrai tornare a guidare su un manto stradale asfaltato e non disseminato di crateri come manco Baghdad nel ’91.
10. Qui non ti capiterà di copulare in macchina oppure in spiaggia, graziaddio. Che a dirsi sembra molto bucolico ma siccome non hai più 20 anni, non ti piace. Cioè sì, ma preferiresti avere una doccia a pochi passi da te per rinfrescarti (sai, è agosto). Da oggi, invece, se acchiappi, puoi portarlo a casa tua; oppure puoi andare da lui; non vive coi genitori e non vi soggiorna nemmeno.
11. Finalmente non noterai più la sconcertante lentezza di chiunque ti sia intorno e tutti torneranno a muoversi alla tua stessa velocità.
12. Potrai essere libero di scegliere tra tutte le cucine del mondo e di tutte le regioni italiane, quando vorrai andare a cena. Dal vietnamita al messicano, passando per il siciliano, il pugliese, il sardo, fino al proliferare delle hamburgerie che spuntano come funghi sul muschio poroso del foodism metropolitano e generano autentici sommelier dell’hamburger. E del veggie-burger. E del gluten-free-burger. Praticamente del not-burger.
13. Ti sei affrancato una volta ancora da tutte quelle menate delle faide familiari, che in qualunque famiglia del sud che si rispetti ci sono. Dinastie irrimediabilmente fratturate a causa di un mancato invito a un pranzo o a una cena (in ogni caso se magnava, è indifferente che fosse Pasqua, Natale, Battesimo, Prima Comunione, Cresima o Matrimonio, per noi il cibo è un valore importante). E lunghi dibattiti di gruppo attorno a questioni inesistenti.
14. I tuoi amici puoi vederli anche altrove. Possono venire loro a Milano. O andare tu a Londra, o a Firenze, Roma, Bologna.
15. Non meno importante: quasi sicuramente nel posto in cui vivi non succederà mai una Notte Rosa con Alex Belli di Cento Vetrine come super-ospite. Quello che, invece, potrebbe succedere nel posto in cui hai scelto di vivere, è di finire a una festa di XL (quando XL era una rivista cartacea) e ascoltare i Calibro 35 e avere a due passi Manuel Agnelli che è lì come ospite della festa, non come performer. O comunque di fare qualcosa di estremamente figo per te. E se per te è estremamente figo il fashion, potrai vedere decine e centinaia di cose e persone che io non ti saprei dire perché di fashion non capisco una fava, ma che tu saprai già. E qualunque sia la tua passione, il tuo interesse, quasi sicuramente il posto in cui sei ti offre più possibilità di coltivarlo e di approfondirlo. E molto probabilmente il posto da cui provieni ha fatto troppo poco per tenerti con sé.
Resta il fatto che vale sempre la pena tornare giù, finché ci sono persone con le quali, nonostante il passare degli anni, abbiamo piacere di condividere pensieri, momenti, risate, affetto. Persone che consideriamo tra le più speciali che abbiamo incontrato. Persone brillanti che sono rimaste lì e che conservano il loro acume alimentandolo di sapere e curiosità. Persone che non vorremmo perdere. Persone con le quali non vogliamo essere amici solo su Facebook e su WhatsApp. Che almeno un paio di nottate all’anno, a chiacchierare e cazzeggiare fino all’alba, proprio ce le vogliamo fare.
Purtuttavia, certe volte tornare non è così male. Quindi, buon rientro a tutti!
* io sono terrona e, a differenza di Salvini, posso usare questo gergo