TaccolaZalando sbarca in Italia: mentre noi parliamo i tedeschi innovano

Zalando sbarca in Italia: mentre noi parliamo i tedeschi innovano

Zalando ha annunciato che uscirà per la prima volta fuori dalla Germania con un suo centro logistico. E ha deciso di farlo in Italia. Nella primavera del 2016 diverrà operativo un centro che occuperà “poche centinaia” di persone nel Nord o Centro-Nord. Dato che dovrà in prospettiva servire anche l’Austria e la Svizzera, potrebbe stare in una zona vicina all’A22, l’autostrada del Brennero. Sarà gestito da un operatore terzo, italiano. L’obiettivo è migliorare la velocità di consegna, quindi l’esperienza dei consumatori e, come conseguenza, ampliare il mercato.

L’operatore di e-commerce, specializzato in moda e accessori, dice che nel nostro Paese il mercato è salito dal 2013 al 2014 del 100 per cento e nel 2015 «cresce a doppia cifra». La provincia ordina più delle grandi città, in rapporto ai suoi abitanti. E una forte domanda pare arrivi dalla Sardegna.

Un operatore di e-commerce su questa scala si basa su processi che sono a tutti gli effetti industriali, dai magazzini ai rapporti con i marchi e i negozi fisici

Per erodere il mercato della concorrenza non sono stati necessari grandi sconti. Il prezzo di vendita di scarpe e vestiti è pieno, a differenza degli outlet virtuali. A convincere i clienti italiani sembra siano stati fattori come la consegna veloce, la riconsegna gratuita e la possibilità di pagare in contanti. Per arrivare a questo tipo di servizi, però, servono investimenti e innovazione, le parole magiche evocate nei convegni italiani e che altri sembrano mettere in pratica. Come Linkiesta ha raccontato agli inizi di luglio, un operatore di e-commerce su questa scala si basa su processi che sono a tutti gli effetti industriali: magazzini molto estesi e automatizzati, realizzati anche con finanziamenti pubblici; un sistema di creazione di contenuti (le foto e le informazioni caricate sul sito) che sforna migliaia di nuove pagine al giorno; una schiera di migliaia di persone tra buyer e stilisti; e rapporti sempre più sofisticati sia con i marchi (ai quali vengono anche ceduti gli analytics delle vendite) sia, in prospettiva, con i negozi fisici. In tutto Zalando è un complesso che oggi ha 8mila dipendenti e si avvia ad arrivare a 10mila, di cui un paio di centinaia italiani. È grazie a una potenza di fuoco del genere che il sito ha potuto entrare in Italia e mettersi a fare una seria concorrenza a un gigante come Amazon.

C’è anche un altro concorrente, l’italiana Yoox, che ha fatto i passi giusti nel mondo e che però è una mosca bianca nel panorama dell’e-commerce italiano. Il resto è fatto di start-up magari geniali ma dalle dimensioni ridotte. Nell’e-commerce ranking della Casaleggio Associati, Zalando è al nono posto, mentre Yoox è al 24esimo. Per trovare un altro operatore italiano nell’e-commerce, settore moda, bisogna scendere al 31esimo posto di Saldiprivati e al 70esimo di Diffusione Tessile. In mezzo ci sono solo gli outlet virtuali francesi come Privalia e Vente-privee-com. Praticamente una prateria, in un mercato che ha avuto un incremento del 16% nel 2014 e che per il 2015 attende un’ulteriore crescita del 15% degli acquisti, che porterà il valore totale a più di 15 miliardi di euro. 

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