Alessandra, artista dell’animazione da Torino all’Irlanda (e ritorno)

Alessandra, artista dell’animazione da Torino all’Irlanda (e ritorno)

Con la storia di Alessandra, comincia la collaborazione tra Linkiesta e John Peter Sloan – La Scuola. Una collaborazione che unisce il racconto di storie di vita di giovani italiani che hanno deciso di costruire il loro futuro altrove e la vera competenza abilitante per farlo: la lingua inglese. Sono storie utili, queste. Perché offrono – divise in quattro puntate, una ogni sabato – spunti sui problemi che si incontrano nel vivere oltre confine. Ma anche e soprattutto perché danno l’opportunità di esercitare le proprie competenze linguistiche. Leggendo la storia nella sua versione inglese. Ascoltandola, grazie a una clip audio. Analizzandone alcune particolarità grammaticali. E provando a risolvere gli esercizi finali. Buon inglese, quindi!

La storia di Alessandra (italiano)

«Non sempre per realizzare i propri sogni professionali è necessario partire per una grande metropoli, a volte capita di doversi trasferire in una città più piccola». Di fronte a me, In una romantica Torino pre-autunnale, c’è Alessandra Sorrentino, un’artista a tutto tondo che da più di dieci anni lavora nell’industria dell’animazione come animatrice freelance, “storyboard artist” e illustratrice di libri per bambini. Ha partecipato alla realizzazione di alcuni importanti lungometraggi, due dei quali nominati agli Oscar, show televisivi, cortometraggi e spot; il suo portfolio conta nomi altisonanti quali Disney, Cartoon Network, Nickelodeon e BBC. Insegna animazione alla National Film School ed è, dal 2010, autrice di un seguitissimo blog di moda grazie al quale ha potuto creare il marchio “Rosaspina Vintage”, apprezzatissimo da chiunque si intenda di moda retrò.

La strada per raggiungere una così soddisfacente vita professionale è stata tutt’altro che semplice. A 24 anni, subito dopo essersi diplomata al Centro Sperimentale di Cinematografia, Alessandra lascia Torino alla volta di Kilkenny in Irlanda, dopo un breve periodo di stage a Dublino, per intraprendere la carriera di animatrice e partecipare alla lavorazione di The Secret of Kells candidato agli Oscar 2010 come miglior film di animazione.

Il progetto sembra fin troppo importante e imponente per una giovane studentessa in erba, ma se le si chiede quali sono stati, inizialmente, i più grandi ostacoli da superare, la risposta non ha nulla a che fare con il suo pur complicato mestiere: «Per potersi mettere in regola in Irlanda è necessario un “pps number” (Personal Public Service Number) il numero della previdenza sociale, senza il quale non puoi pagare le tasse e quindi non ti è permesso lavorare. Grazie a questo numero è possibile accedere ai servizi del “social welfare”, avere un medico di base e aprire un conto irlandese. Per poter aprire un conto in banca è inoltre necessaria una lettera del datore di lavoro, il quale potrà effettuare le pratiche di assunzione una volta sbrigati questi passaggi burocratici. Un altro duro scoglio è stata la lingua. Ero sicura di avere un buon livello di inglese; i miei voti a scuola erano sempre stati buoni e non pensavo che avrei avuto grosse difficoltà, ma una volta arrivata a Kilkenny l’inglese dei libri delle superiori non è servito a molto. Gli abitanti del luogo avevano un accento incomprensibile, spesso quando ero in difficoltà chiedevo a capi e colleghi di scrivere una mail dettagliata con le loro richieste grazie alla quale riuscivo poi a districarmi e portare a termine gli incarichi. L’inizio, senza una seria base linguistica è stato complicato, ma le cose sono andate meglio con il tempo».

La passione per il proprio mestiere e il rapporto quasi familiare con capi e colleghi dell’ufficio ha dato una grande spinta al superamento delle barriere linguistiche, ma altri importanti fattori hanno contribuito a migliorare la sua interazione con i locali: «Guardavo un sacco di serie televisive e film in lingua originale, capitava di dover lavorare su produzioni di serie per teenager, dovevo quindi leggere le sceneggiature e queste letture piene di slang mi aiutavano a comprendere meglio la lingua parlata. Frequentare il più possibile la gente del luogo è fondamentale, dopo qualche tempo si familiarizza con l’intonazione, con la cadenza e le cose diventano meno complicate». 

The story of Alessandra (english)

«You don’t always need to leave for big cities to achieve your professional dreams , sometimes you just have to move to a smaller one».  In front of me, in a romantic pre-autumn Turin, I have Alessandra Sorrentino, a complete artist who’s been working in the animation industry as a freelance animator, “storyboard artist” and children’s book illustrator. She participated in the realization of some important features, two of which were nominated for Oscars, TV shows, short films and commercials; her portfolio has high-sounding names such as Disney, Cartoon Network, Nickelodeon and  BBC. She teaches animation at the National Film School and, since 2010, she’s the author of a very successful fashion blog thanks to which she created the brand “Rosaspina Vintage”, appreciated by all vintage fashion lovers.

However, the way to achieve such a satisfying professional life has been anything but simple. At 24, after graduating from the Experimental Center of Cinematography, Alessandra leaves Turin for Kilkenny in Ireland, after a short period of internship in Dublin, to pursue a career as an animator and participate in the making of The Secret of Kells, nominated at the 2010 Oscars for best animated film. 

The project seems all too important and impressive for a young budding student, but if you ask her what big obstacles she encountered at the beginning, the answer will have nothing to do with her complicated job: «In order to regularise in Ireland you need a” PPS number “(Personal Public Service Number) the number of social security, without which you can’t pay taxes and therefore you are not allowed to work. With this number you can access the services of “social welfare”, to have a general practitioner and open an account in Ireland. Opening a bank account also requires a letter from your employer, who will take care of the whole hiring process once these bureaucratic procedures are all done. Another big problem was the language. I was sure I had a good level of English; my grades in school were always good and I didn’t think I’d have to go through such a hard time, but once I arrived in Kilkenny, there wasn’t that much I could do with what I had. The locals had an unintelligible accent. When I was in trouble I often asked bosses and colleagues to write a detailed email saying what they wanted through which I could then get by and complete assignments. The beginning, without a serious linguistic basis was complicated, but things got better with time».

The passion for her job and the almost familial relationship with her bosses and colleagues at the office has pushed her significantly to overcome the language barrier, but other important factors have contributed to improve her interaction with the locals:«I used to watch a lot of TV shows and films in their original language, and it happened at times to be working on the production of series for teenagers. Reading through the screenplays full of slang helped me understand the spoken language a lot better. Hanging out with locals as much as possible is crucial, and after a while you get used to the intonation, which makes things less and less complicated». 

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(A sabato prossimo con la seconda parte di questa storia Expat)

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