Le spese scolastiche aumentano? Ci pensa l’azienda

Le spese scolastiche aumentano? Ci pensa l’azienda

L’ultima frontiera del welfare aziendale? Offrire ai dipendenti un supporto economico per lo studio, la formazione e l’educazione dei figli. Secondo il Codacons, anche quest’anno libri e materiale scolastico avranno un impatto non di poco conto sui bilanci delle famiglie, con un costo di 1.100 euro per alunno. Oltre a zaini, cartelle, quaderni e penne, il peso maggiore è la spesa per i libri di testo, da un minimo di 300 euro a un massimo di 600 euro per studente. E per chi ha figli iscritti all’università, il costo delle tasse è un salasso sulle casse familiari.

«Un’aiuto può arrivare dall’impresa», dicono da Eudaimon, società che propone pacchetti di servizi di conciliazione vita-lavoro alle aziende. Se le politiche a sostegno della famiglia nel nostro Paese rappresentano ancora l’1,6% del Pil contro il 2,3% della media Ocse e le buste paga si assottigliano, per i più fortunati a sostenere lo studio e l’inserimento lavorativo dei figli contribuisce anche il datore di lavoro. È il secondo welfare, che offre dal rimborso delle spese scolastiche ai corsi di inglese, fino alle agevolazioni per gli asili nido. 

Alla Michelin, ad esempio, è partito quest’anno il servizio di prestito per l’acquisto dei libri scolastici. L’azienda presta un somma, il dipendente la restituisce in rate. «Nella busta paga di luglio abbiamo erogato un importo di 300 euro a figlio per i dipendenti che hanno figli iscritti alle scuole superiori e all’università», spiega Maurizio Tosi, referente del progetto. «La restituzione, senza interessi, è prevista in quattro tranche a partire da settembre: tre rate da 60 euro e una di 120 euro a dicembre, in concomitanza con la tredicesima». La stessa azienda offre anche borse di studio ai figli dei dipendenti che dopo il diploma si iscrivono all’università, con somme che variano in base al voto di maturità, da 350 a 600 euro.

Edison invece ha attivato un servizio di rimborso delle spese scolastiche, dalle rette all’acquisto dei libri. I dipendenti si sono ritrovati direttamente la somma in busta paga, «con un risparmio medio a persona stimato intorno alle 150 euro». Anche la multinazionale tedesca della chimica Basf ha firmato da poco un accordo con i sindacati in cui viene riconosciuto ai dipendenti della sede di Bologna un assegno per coprire le spese dei libri, dai 300 euro per chi ha figli all’università ai 100 per chi ha figli iscritti alle medie. Stessa cosa fa da qualche anno Luxottica, con il rimborso ai dipendenti della spesa sostenuta per l’acquisto dei libri di testo previsti dal programma scolastico e per gli esami universitari, e un pacchetto di borse di studio da assegnare in base al merito. 

A Mediaset, invece, lo scorso anno è stato sperimentato un servizio di orientamento al lavoro per i figli neodiplomati dei dipendenti. «Abbiamo organizzato una giornata in cui si spiegava ai ragazzi come scrivere un curriculum o come prepararsi per un colloquio», spiega Roberto Sala, responsabile servizi generali del gruppo Mediaset. «In modo da dar loro un’idea di cosa accade nel mondo del lavoro». L’idea di Mediaset, ora, è quella di invitare altre aziende a partecipare alla giornata di orientamento, «affinché i ragazzi possano entrare in contatto anche con realtà aziendali differenti». Nelle due sedi milanesi del Biscione, dal 2003 è stato anche creato l’asilo nido aziendale, «con il costo diviso a metà tra azienda e dipendente», spiega Sala. Su una retta di 600 euro, se ne risparmiano 300. Un supporto di non poco conto, dicono da Eudaimon, visto che anche per quest’anno «si confermano le difficoltà di accesso agli asili nido comunali: solo il 12% dei richiedenti ha ottenuto il posto».

Ma ci sono anche le aziende che offrono corsi di lingua convenzionati, contributi per vacanze studio all’estero e campus estivi. Ermenegildo Zegna, ad esempio, propone un campus dedicato ai figli dei dipendenti in modo da favorire la conciliazione vita-lavoro dei genitori. I corsi di formazione e di lingua sono proposti invece da diverse aziende sia online, sia sotto forma di “classi aziendali”. Ma c’è anche chi pensa ai genitori: tra le opzioni proposte da Eudaimon ci sono i “corsi di genitorialità” con il supporto di proffesionisti, rivolti ai neogenitori o a chi ha figli alle prese con l’adolescenza.

In molti casi, la formula scelta è quella dei flexible benefit: ogni dipendente ha un budget a propria disposizione che può spendere con i diversi servizi offerti dal datore di lavoro, dal sostegno alle spese sanitarie alla retta universitaria, creando quindi una sorta di pacchetto personalizzato. E alle aziende conviene, visto che le iniziative di utilità sociale sono deducibili (per un ammontare complessivo non superiore al 5 per mille del costo del lavoro).