Post ExpoChe fare dell’Expo Gate? La paura è che diventi la Tour Eiffel di Milano

Il consiglio comunale ha approvato una mozione in cui si dice che le due piramidi resteranno ancora un anno in piazza Castello. Per ora si sa che saranno usate per sei mesi per la Triennale del design

È stata la testimonianza in ferro e vetro dell’esistenza dell’Expo nella città di Milano (visto che l’esposizione universale, in realtà, si trovava a Rho). L’Expo Gate, un misto tra biglietteria, negozio di souvenir e spazio eventi, arrivò di fronte al Castello Sforzesco un anno prima dell’inizio dell’Expo 2015. E ora nella stessa piazza dovrà restare un anno in più dopo la chiusura dell’esposizione universale. Chi si sfregava le mani già all’idea di non vedere più all’orizzonte le due piramidi, da sempre maldigerite dai milanesi, dovrà rimandare i festeggiamenti.

La maggioranza di Palazzo Marino, che prima aveva presentato una mozione per spostare la struttura subito dopo il 31 ottobre 2015 in un luogo «più idoneo», ora ha riformulato e approvato un’altra mozione che rimanda la rimozione al 2016. La Triennale di Milano ha chiesto in una lettera al sindaco Pisapia di non smontare subito le piramidi realizzate da Scandurra Studio (vincitore del concorso bandito dalla stessa Triennale), e di ereditarne la gestione in vista della 21esima triennale del design (Design after Design), che si terrà da aprile a settembre 2016 come evento “diffuso” in diverse parti della città.

La proposta non è dispiaciuta. Così si è fatto dietrofront. Anche perché un’idea su quale fosse il luogo «più idoneo» in cui sistemare le piramidi ancora non c’era. Così, in attesa di capire quale sarà il futuro della struttura, costata 5 milioni di euro, si è pensato di tenerla ancora un po’ dove si trova oggi. Ma non oltre la fine del 2016. La consigliera di Milano Civica, Elisabetta Strada, prima firmataria della mozione in cui si chiedeva la rimozione immediata dell’Expo Gate, dopo una discussione nella Commissione urbanistica, ha firmato una seconda mozione in cui invece si chiede di «consentire l’utilizzo temporaneo della struttura fino a settembre 2016, per finalità simili a quelle attuali», come spazio «di incontri e di gates per Milano per importanti eventi culturali e aggregativi».

Il 26 ottobre, il consiglio comunale ha prima respinto la mozione originaria, con i voti contrari anche di chi l’aveva firmata, poi ha approvato in via definitiva la seconda, che prolungherà la vita a Expo Gate. Ora il sindaco potrà confermare la richiesta alla Triennale, ma anche ad altre fondazioni e associazioni che chiederanno di utilizzare la struttura (anche perché la triennale del design comincia ad aprile).

«Continuo a pensare che lì dov’è Expo Gate non ha senso di esistere», dice la consigliera Elisabetta Strada. «Ma togliendolo ora rimarrebbe un vuoto cosmico nella via, anche perché non abbiamo individuato una nuova collocazione. Non ha senso smontarlo, metterlo in un magazzino, e poi rimontarlo. Lasciare lì Expo Gate ancora per qualche mese non cambia nulla». Nel frattempo, come si legge nella mozione, l’idea di arrivare, entro gennaio 2016, a una «progettazione complessiva dell’area» intorno al castello, che intanto è stata pedonalizzata, così che «quando Expo Gate sarà tolto si sappia cosa farne». Ma «da ottobre 2016 qui non ci deve più essere», ha ripetuto Strada.

Dopo il 31 ottobre, tolta la biglietteria di Expo e gli eventi a tema culinario, ancora una volta le piramidi dell’Expo Gate serviranno da biglietteria della nuova esposizione del design ed eventi affini. Poi, finita l’esposizione, sarà la stessa Triennale a occuparsi dello smontaggio, ma tramite i fondi della società Expo spa e senza oneri per il Comune di Milano. A meno che non intervenga qualcun altro, poi – ed è questa la paura di tutti – a voler salvare le piramidi. Ma a quel punto a occuparsene sarà la nuova amministrazione milanese che verrà fuori dalle elezioni comunali di giugno.

Intanto la stessa consigliera Strada ha proposto, ottenendo l’approvazione di Comune e Regione, che sedie, computer, scrivanie, panchine e fioriere di proprietà di Expo spa, che si trovano dentro e fuori Expo Gate, passino nelle mani della Cascina Triulza, che si occuperà di gestire i beni distribuendoli al terzo settore e alla collettività, dalle scuole alle associazioni.

Di cosa ne sarà delle due strutture, però, ancora è tutto da decidere. L’idea prevalente è che, siccome sono costate parecchi soldi, debbano essere riutilizzate in qualche modo. Per il momento da Palazzo Marino si sono concessi ancora qualche mese per pensarci. Nella mozione Strada si parla di una «adeguata collocazione a livello di Area metropolitana, a livello nazionale». C’è chi propone di spostare la struttura nello spazio espositivo di Expo a Rho, chi in periferia. Ma nessuno vuole più le due piramidi di ferro a intralciare la vista del castello.

Su Change.org esiste anche una petizione per rimuovere Expo Gate, lanciata dal Circolo Pd Città Mondo di Stefano Boeri. «Chiediamo, con questa raccolta di firme», si legge, «che venga preso pubblicamente l’impegno, alla fine di Expo, di spostare immediatamente le strutture a cuspide dalla zona di Piazza Castello, ripristinando la piazza come in origine e inglobandola nei progetti di sistemazione dell’area pedonale».

Il pericolo è che, di rimando in rimando, l’Expo Gate resti lì. Nella storia delle esposizioni universali, in effetti, sono tanti gli esempi di edifici che si sono rivelati molto più che luoghi “provvisori”, diventando simboli delle città che li ospitano, come la Tour Eiffel a Parigi.

Dall’opposizione, il consigliere di Fratelli d’Italia, Riccardo De Corato, taglia la testa al toro: «Propongo la rottamazione dell’Expo Gate per evitare che a qualcuno venga in mente di rimontare questa “bellissima struttura” davanti a qualche altro monumento della città».