Negli Usa c’è una certa agitazione intorno alla capigliatura di Donald Trump: è vera? È falsa? È un trapianto? Da sempre il rapporto potere-capelli è stato uno dei più affascinanti e misteriosi. Dalla pelata maschia di Mussolini alla tinta di Berlusconi: sono un segno che indica il tutto. Virilità, forza, presenza, gioventù. Per cui, dietro al taglio standard di ogni politico si trova la necessità di adeguarsi a un modello, ordinato, pulito, ben sistemato. Che, più o meno, piace a tutti (e soprattutto a tutte): cerca consensi nel negare le frizioni.
Ma cosa succederebbe, allora, se i capi di governo, invece, seguissero le mode? Cosa penserebbe l’elettorato? Sarebbero ancora credibili? Questo esperimento, che è anche una prova di bravura su Photoshop, lo hanno fatto i designer di DesignCrowd, una agenzia australiana di grafici arrembanti. Putin, Obama, Bush: tutti sono stati ritratti con la crocchia maschile. Una delle ultime mode hipster che, si spera, sparisca al più presto possibile, come si augurava il New York Times. Con una compagnia del genere, LinkPop può sentirsi ben spalleggiato.
In ogni caso, eccoli qua: Obama, che pure mantiene intatta la sua coolness (se non viene addirittura aumentata), sembra appena sbarcato dalla Jamaica. Putin, invece, ha tutta l’aria del leader di una band di rock psichedelico norvegese.
Bush, al contrario, non sarebbe più quel bamboccio conservatore ma diventerebbe un vecchio hippie californiano, che nella vita le ha viste tutte (le droghe). Bill Clinton sarebbe proprio quello che è. E Blair salta fuori dalla saga del Signore degli Anelli.
E, a proposito di Gandalf:
Per chi, invece cool non è mai stato, come David Cameron o Kim Young-Un non ci sono speranze, nemmeno con il nuovo look.
C’è spazio anche per i miti del passato, come Abraham Lincoln, a metà tra l’avventuriero e il bevitore.
Tutto questo, in attesa di vedere Renzi. Sarà più come Cameron o come Obama? Lo si può già immaginare.