“È più facile muoversi nella giungla che nel Vaticano”, racconta il fotografo Dave Yoder, incaricato dal National Geographic di passare sei mesi a fotografare Papa Francesco. Ha fatto oltre 68mila scatti. Cerimonie, incontri con le persone, momenti di vita privata (ma, come è ovvio, non privatissima), tutto è stato colto, raccontato, riassunto in un’immagine. Quello che ne rimane, oltre all’enorme repertorio di immagini, è un filmato che assembla le migliori. E un’esperienza difficile da dimenticare.
Insieme alla vita del Papa c’è tutto il mondo del Vaticano – e, più in generale, della Chiesa – da affrontare, e per Yoder non è per nulla facile. “Per fortuna sono riuscito in fretta a diventare amico del fotografo ufficiale di Papa Francesco”. Da quel momento ha potuto seguire il Pontefice da vicino.
L’incontro, anche se durato molto tempo, non ha influito sulla sua spiritualità, anche se la figura di Papa Francesco “è stata fonte di ispirazione”. Perché “è autentico” e, soprattutto, è davvero amato dalla gente che vede in lui una fonte di speranza.
Il suo scatto definitivo? Il Papa appare di spalle, mentre si dirige in silenzio verso la Cappella Sistina (luogo dove è stato eletto pontefice, poi). È lì che se ne coglie la natura: umana, spirituale e politica.