FamiglieLa legge che rivoluziona le adozioni è senza single e coppie di fatto

Il ddl sarà approvato definitivamente il 13 ottobre. I genitori affidatari potranno adottare i bambini, ma la norma varrà solo per le coppie sposate

Come per la legge sulle unioni civili, anche quella sulla “continuità degli affetti nelle adozioni” sarà una legge al ribasso. Ma almeno, in questo caso, dopo 15 anni di mediazioni e limature, si vede la parola fine. Sorprese a parte, il diritto alla continuità affettiva dei bambini in affido familiare sarà approvato definitivamente dal Parlamento italiano il 13 ottobre. Grazie a un compromesso. La base della legge è chiara: i bambini dati in affidamento più volte agli stessi genitori potranno essere adottati da questi stessi genitori, nei casi in cui il ritorno nella famiglia d’origine risulti impossibile. Ma dalla novità sono esclusi single e coppie di fatto.

Una rivoluzione, seppure a metà, nel mondo caotico delle adozioni italiane: finora madri e padri affidatari, magari dopo aver cresciuto un bambino per anni con affidi a tempo, nella fase di adozione si vedevano sorpassati da altre coppie “collocatarie”. E i casi non sono pochi: i bambini e i ragazzi fino a 17 anni fuori dalla famiglia di origine accolti nelle famiglie affidatarie sono oltre 14mila.

I bambini dati in affidamento più volte agli stessi genitori potranno essere adottati da questi stessi genitori, nei casi in cui il ritorno nella famiglia d’origine risulti impossibile. Ma dalla novità sono esclusi single e coppie di fatto

In base alla legge del 1983, i genitori affidatari finora non potevano concorrere all’adozione dei figli che avevano avuto in affidamento. I requisiti per l’adozione e l’affidamento sono diversi. Per la prima è necessario che la coppia sia sposata, per il secondo il matrimonio non è un requisito indispensabile. Per tutti questi anni si è temuto che, aprendo la possibilità di adozione anche agli affidatari, si potesse dare il via libera alle adozioni anche per single e coppie di fatto. E per lo stesso motivo anche questa volta la legge stava per saltare in Senato per l’ennesima volta.

La senatrice Pd Francesca Puglisi, prima firmataria del nuovo disegno di legge 1209, aveva presentato a Palazzo Madama un emendamento che apriva la possibilità di accesso all’adozione anche ai single. Ma subito aveva trovato il muro dei no non solo della destra ma anche con i cattolici del suo stesso partito. L’emendamento così è stato ritirato e la legge è passata in Senato. Se si fosse dato il via alla discussione sugli emendamenti, difficilmente si sarebbe arrivati a un testo condiviso. E si sarebbe rimandata ancora una volta l’approvazione della legge.

Se si fosse dato il via alla discussione sugli emendamenti per l’apertura ai singoli, difficilmente si sarebbe arrivati a un testo condiviso. E si sarebbe rimandata ancora una volta l’approvazione della legge

Una delle prime a chiedere la modifica della legge del 1983 fu Carla Forcolin, oggi presidente della onlus “La gabbianella e altri animali” e autrice del libro Io non posso proteggerti. Quando l’affido finisce: testimonianze e proposte perché gli affetti possano continuare. Nel 2007 lanciò la prima petizione, “Diritto alla continuità degli affetti per i bambini in affidamento”. Venne presentato un progetto di legge che fu anche calendarizzato, ma poi il governo Prodi cadde prima che il progetto venisse discusso. Tre anni dopo “La gabbianella” lanciò una seconda petizione, seguita da due proposte di legge mai calendarizzate. Fino al ddl presentato da Francesca Puglisi, che la Camera ora è pronta ad approvare in via definitiva.

Una legge molto attesa, «ma che fa una netta discriminazione tra bambini posti in affidamento presso coppie sposate e quelli posti in affidamento presso single o coppie di fatto», dice Carla Forcolin. A single e coppie di fatto resterà solo la strada dell’articolo 44 della legge sulle adozioni, quello sulle “adozioni in casi particolari”. «Ma se non si fosse ritirato l’emendamento ci saremmo trovati di nuovo punto e a capo», continua Forcolin. «Data la difficoltà che si è riscontrata negli anni per far passare questa legge, abbiamo preferito cominciare facendo un primo passo e salvando oltre i tre quarti dei bambini in affidamento. Intanto passa il principio, dal giorno dopo riprende la nostra battaglia per i bambini che restano esclusi dalla legge».

Se una coppia di fatto solida vuole adottare un bambino che con loro ha già un legame, perché non può farlo? I matrimoni si creano e si disfano. Ma quello che non si può recuperare sono i traumi dei bambini, che hanno già perso le famiglie biologiche e che ancora una volta si vedono rifiutati dalla famiglia che li ha accolti per molto tempo

La stessa Carla Forcolin ha parlato di una “legge di compromesso”, ma che «sostanzialmente impedisce che i bambini siano trattati ancora come cose», dice. «I politici devono capire che qui non si tratta di ideologie: questa non è una battaglia degli adulti ma una battaglia per i bambini. Se una coppia di fatto solida vuole adottare un bambino che con loro ha già un legame, perché non può farlo? I matrimoni si creano e si disfano. Ma quello che non si può recuperare sono i traumi dei bambini, che hanno già perso le famiglie biologiche e che ancora una volta si vedono rifiutati dalla famiglia che li ha accolti per molto tempo». Qualcuno, non a caso, li aveva definiti “bambini rapiti per legge”. Molti di loro ora saranno salvati; per gli altri, “colpevoli” di essere stati affidati a single o coppie non sposate, ci sarà ancora molto da aspettare.

X