C’è da dire che, nonostante resti un personaggio discutibile, Sepp Blatter, a capo della Fifa e nel mezzo di ben due inchieste internazionali, non le manda a dire. In una incredibile intervista concessa a Tass, agenzia di stampa russa dà la sua versione dei fatti. Del resto, dopo l’appoggio ricevuto dal presidente russo Vladimir Putin, arrivato a salvarlo proprio quando si trovava nel mezzo della bufera (notevole come appoggi sempre altri presidenti in difficoltà, Putin), era evidente che, nei mezzi di informazione russi avrebbe trovato un luogo per sfogarsi. E per contrattaccare.
Il nemico è l’Europa:
“Sono diventato il bersaglio principale dell’attacco perché già da tre anni, ma soprattutto dopo la Coppa del mondo in Brasile, la Uefa non mi voleva più come presidente. È stato un attacco contro il presidente della Fifa”.
Sostiene Blatter. Cioè, è tutta colpa di Michel Platini. O dell’Europa. Più o meno siamo sulla linea di Matteo Salvini (altro amico di Putin).
Meglio della Germania:
“La Fifa è così ben organizzata che perfino gli oppositori tedeschi devono riconoscere che è organizzata meglio del calcio tedesco”. Se si guarda al lato delle mazzette, senza dubbio.
Cosa non è la Fifa:
“Non si può distruggere la Fifa. Non è una banca svizzera. Non è un’azienda commerciale”
Salvo contraddirsi subito dopo, appena spiega cosa è la Fifa:
“Da quando sono a capo della Fifa, l’ho fatta diventare un’azienda commerciale. Questo provoca invidie e gelosie”
Il peggior tradimento? I suoi conterranei:
“Mi ha molto amareggiato vedere come il mio Paese mi abbia abbandonato. I media svizzeri sono stati aggressivi contro di me perché vengo da un cantone molto piccolo, Valais, nelle montange. Alcuni, qui, pensano che chi viene dalle montagne mangi ancora con le mani. Primitivi”
Ma almeno, dopo il tesoro, ha trovato un amico:
Vladimir Vladimirovich. Sai cosa mi piace della Russia? Anche nelle situazioni difficili so di avere il suo supporto. È bello. E io lo sostengo, in tutte le discussioni, in tutte le situazioni”.
E allora, se c’è Putin, c’è speranza:
“Se Dio è con me, io spero di tornare a essere presidente della Fifa”