Avete presente la lettera scritta da David Cameron al Presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk? Quella con cui, martedì 10 novembre, il premier britannico ha chiesto la rinegoziazione dei rapporti tra Gran Bretagna e Unione Europea? Ebbene, uno dei punti più controversi di quella proposta, cioè la riduzione dei benefit ai migranti europei presenti in Gran Bretagna, è basata su una sottile menzogna. «Il 43% dei migranti Europei di base nel Regno Unito chiede i benefits», ha comunicato il governo Tory al quotidiano Times lunedì sera. E così è stato ripetuto in Parlamento dal ministro degli Esteri Philip Hammond il giorno successivo, presentando il piano del governo Tory. Tutto questo mentre a Bruxelles i vari leader europei aprivano alle negoziazioni con il governo inglese.
Ma la stampa britannica non si è lasciata ingannare. E quella cifra, così altisonante, è stata messa subito in discussione, e sono stati chiesti dettagli al governo sulle fonti e la metodologia di calcolo. Lo ha fatto soprattutto il Guardian, il cui data analyst, l’italianissimo Alberto Nardelli, segue la questione da tempo.
Nardelli: «Il DWP non ha rilasciato né dati di partenza né i calcoli fatti. Solo una stima approssimativa, e la descrizione generica della metodologia usata»
Molte ore dopo le richieste di chiarimento dei giornalisti, il Dipartimento del Lavoro e delle Pensioni (DWP) ha pubblicato sul sito del governo inglese un documento (questo) con cui provava a fare chiarezza. Il 43% è diventato così un intervallo: «Si stima che a Marzo 2013, tra il 37 e il 45% dei migranti Ue arrivati nei precedenti 4 anni, riceve supporto economico», ha chiarito il Dipartimento. Che ha dato anche i numeri assoluti: «A marzo 2013 tra i 195.000 e 235.000 cittadini europei arrivati di recente chiedevano benefit o agevolazioni fiscali, su un totale di 525.000 cittadini europei di recente ingresso».
«Peccato», ha commentato Nardelli, che in quell’intervallo ci siano almeno 40.000 persone. È chiaro che i ministri non conoscono le cifre reali. Si tratta solo di stime». Non solo. «Il DWP non ha rilasciato né dati di partenza né i calcoli fatti. Solo una stima approssimativa, e la descrizione generica della metodologia usata. Impossibile in questo modo capire l’attendibilità della stima», ha spiegato a Linkiesta il data analyst.
Si considerano migranti europei che beneficiano di sussidi statali tutti i membri di una famiglia in cui almeno uno sia europeo non britannico e stia usufruendo di benefit
Tuttavia, da dove arriva quell’enorme 43%, in realtà, lo si può dedurre se si considera che tra le fonti indicate dal Dipartimento del Lavoro e delle Pensioni c’è anche il HM Revenue & Customs (HMRC), l’Agenzia delle entrate britannica, che gestisce anche le agevolazioni fiscali (uno dei diversi benefit cui Cameron da riferimento).
In diversi articoli Nardelli ha dimostrato come i dati dell’HMRC travisino in parte la realtà. Questo istituto infatti considera migranti europei che beneficiano di benefit statali tutti i membri di una famiglia in cui almeno uno sia europeo non britannico e stia usufruendo di benefit. In altre parole, se un genitore spagnolo, padre di 3 bambini e coniugato con una donna inglese fa uso di uno dei diversi benefit britannici, l’HMRC calcola che, non una, ma cinque persone non britanniche stanno facendo uso dei benefit. Quindi, paradossalmente, si considerano stranieri anche moglie e figli nati su suolo inglese.
«I migranti europei sono una piccola porzione di tutti i richiedenti benefit. Nel 2014 hanno ricevuto il 2,5% dei sussidi gestiti dal Dipartimento del Lavoro e delle Pensioni»
Tutto questo permette a Cameron e company di sovrastimare il vero numero di europei che chiedono aiuto allo stato sociale inglese. E di impressionare l’elettorato locale con numeri dati fuori da un contesto che permette di capirli meglio. È sempre Alberto Nardelli a ricordare che «i migranti europei sono una piccola porzione di tutti i richiedenti benefit. Nel 2014 hanno ricevuto il 2,5% dei sussidi gestiti dal Dipartimento del Lavoro e delle Pensioni. E hanno avuto solo il 7% delle agevolazioni fiscali concesse dal HMRC», anche se l’agenzia li ha conteggiati con il bizzarro metodo sopra descritto.
Nelle ultime ore anche l’Autority britannica per la Statistica ha contestato al governo la mancanza di trasparenza. E pensare che non è la prima volta che succede da che governa Cameron. Alberto, per farlo capire, ci ha inviato questo link.