Uno dei fenomeni più preoccupanti d’Europa è, senza dubbio, la disoccupazione. È una piaga silenziosa, ma quotidiana, ampia e diffusa in tutti i Paesi. In Italia, quella giovanile arriva al 40%. In Francia arriva al 24,1%. Nel resto del continente resta un problema: le persone si spostano per cercare lavoro, quando non sono già rassegnate (i neet) e non cercano nemmeno una formazione sufficiente per trovarne uno nuovo.
Non lavorare stanca. Fiacca gli animi e le forze. E, in più, sottrae dignità. Perché è (ingiustamente) severo lo sguardo della società verso chi non lavora, lo indaga con un tacito rimprovero e un ancor più tacito sgomento. Il lavoro non è mai sicuro, e la disoccupazione fa paura, soprattutto a chi disoccupato non è.
E allora, si può scherzarci su? È possibile? Ci si prova in questo video: è in francese (ma si possono mettere i sottotitoli – sempre in francese) e racconta un fantomatico corso universitario di “disoccupazione”. Si insegna come vestirsi (tuta), quali scuse utilizzare quando qualcuno chiede “cosa fai nella vita?” (mai dire “disoccupato”, è la fine) e come trattare le lettere di risposta ai curriculum. È simpatico, ed è un buon punto di partenza. Alleggerisce il dramma, non per essere irrispettoso, ma per stemperare la tensione. E se l’animo è più leggero, poi, forse, da quel momento, le cose possono anche andare meglio.