Pizza ConnectionDieci nomi per il capo della procura di Milano: dal capo di gabinetto del ministro al “cane sciolto”

Scaduti i tempi per presentare la domanda al Csm: nella rosa di nomi anche Boccassini e Gratteri, ma i più quotati rimangono nomi con sponde politiche più forti

Alla fine sono dieci i nomi candidati alla successione di Edmondo Bruti Liberati per il posto procuratore capo della Repubblica al tribunale di Milano. Il 16 novembre è scaduto il termine per la presentazione delle domande e tra i nomi poche novità rispetto alle attese.

Per il dopo Bruti, in pensione da oggi, sono al vaglio della V Commissione del Consiglio Superiore della Magistratura candidati alla poltrona più alta della procura. Si va dall’attuale capo di gabinetto del ministro Andrea Orlando, Giovanni Melillo (Magistratura Democratica), che i maligni definiscnono “il vero ministro”, a Cuno Tarfusser, giudice della Corte penale internazionale che nel 2008 da procuratore capo di Bolzano diceva: «mai stato iscritto a nessuna corrente. E ho sempre guardato con molto distacco a questo fenomeno del correntismo, che trovo, per come si è sviluppato, deleterio».

In mezzo, tra il magistrato “governativo” e il “cane sciolto”, ci sono tutte le altre sfumature della magistratura. Tra gli altri otto nomi troviamo personaggi noti e altri meno. Ci sono Ilda Boccassini e Nicola Gratteri: la prima dirige la Direzione Distrettuale Antimafia a Milano, l’altro indaga sulla ‘ndrangheta dalla procura di Reggio Calabria, ha rischiato di diventare ministro della Giustizia del governo Renzi, ed è autore di alcune proposte allo stesso governo per il contrasto alla criminalità organizzata.

Sono dieci i nomi candidati alla successione di Edmondo Bruti Liberati per il posto procuratore capo della Repubblica al tribunale di Milano

In corsa altri due “interni” alla procura di Milano: uno è Alberto Nobili, pm storico della procura, personaggio ritenuto saggio ed equilibrato dai colleghi, ma non avvezzo alla sponda politica. Sua la firma sulle indagini che hanno portato ad arresti e condanne la ‘ndrangheta lombarda negli anni ’90. L’altro, più quotato nella corsa è Francesco Greco, che coordina il Dipartimento per i reati economici ed è già consulente del governo.

Certo è che ora in procura a Milano serve un gran pacificatore, dopo le schermaglie tra l’ormai ex capo della procura Edmondo Bruti Liberati e il sostituto procuratore Alfredo Robledo, prima spedito alle esecuzioni penali e poi trasferito in quel di Torino.

A questi nomi, già circolati nei mesi scorsi, si sono aggiunti quelli del procuratore di Trento Giuseppe Amato, collocato nella corrente di Magistratura Indipendente, corrente dell’attuale sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri, quello di Francesco Saluzzo e Andrea Garau, procuratori a Novara e Nuoro. L’ultima domanda depositata arriva da Massimo Meroni, procuratore aggiunto di Bergamo.

Quest’ultimo, in passato alla procura meneghina, in qualità di sostituto procuratore svolse gran parte delle indagini sulla vicenda dell’intercettazione Fassino-Consorte nell’ambito dell’inchiesta Unipol.

In procura a Milano serve un gran pacificatore, dopo le schermaglie tra l’ormai ex capo della procura Edmondo Bruti Liberati e il sostituto procuratore Alfredo Robledo, prima spedito alle esecuzioni penali e poi trasferito in quel di Torino

Francesco Saluzzo invece fu accusato dai colleghi di essere una «talpa»: su di lui indagarono gli stessi pm di Milano nel 2001, dopo la trasmissione degli atti da Torino, dove Saluzzo svolgeva le indagini sul caso Telecom-Seat. Da Torino ritenevano che lo stesso avesse avvertito l’allora presidente di Telecom Roberto Colaninno delle indagini in corso. Il caso fu poi archiviato tre mesi dopo. Curiosità: uno dei pm che accusò Saluzzo, Paolo Storari, è oggi in forza alla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano.

Insomma, i giochi sono chiusi. Ora i nominativi sono al vaglio della V Comissione del Csm che dovrà scegliere il nuovo capo della procura di Milano. Una partita che sembra più politica che mai, perfino dai tempi in cui Silvio Berlusconi occupava saldamente la sua sedia a Palazzo Chigi, su cui oggi è seduto Matteo Renzi, che ha mostrato di voler ottenere la sua dose di controllo sull’operato dei pm sin dal principio del suo mandato.

La nomina arriverà tra gennaio e marzo, mentre a traghettare gli uffici sarà Pietro Forno, attualmente il più anziano in servizio, in attesa di quel nome che sarà anche ago della bilancia della prossima campagna elettorale: in gioco c’è il probabile candidato sindaco Giuseppe Sala, espressione di quel “modello Expo”, che rischia di finire ancora in tribunale.