Migliorare la memoria, le capacità di ragionamento, allungare la durata dell’attenzione. Tutte co se che farebbero comodo a chiunque: con un cervello più sveglio si lavora meno ma in modo più efficace. Non per nulla intorno a queste esigenze è cresciuta un’intera industria: giochi mnemonici, app per approfondimenti, software, siti internet, interi corsi per allargare le proprie cognitive abilità. Soprattutto per chi vede il declino imminente, cioè gli anziani: tecniche per rallentare l’invecchiamento, corsi di brain training.
La domanda è: funzionano? Secondo uno studio dell’Università di Cambridge del 2010, “non c’è nessuna prova”. Ma come? Davvero?
Pare di sì. La verità è che per migliorare le prestazioni del cervello, non bisogna allenare il cervello, ma il resto del corpo. Mens sana in corpore sano, dicevano gli antichi, e non parlavano a caso. Uno studio di Charles Hillman, condotto sullo stesso tema del primo, dimostra che l’esercizio fisico funziona sia per i bambini.
E cosa serve fare? Secondo un altro studio, basterebbe una passeggiata di 20 o 25 minuti almeno, più volte alla settimana. Alla faccia dei memory game.