La scena hip hop dell’Alaska è la migliore

Un gruppo di artisti del luogo cerca di sfondare nel mondo della musica, con un genere che nessuno assocerebbe a una regione più nota per alci e ghiaccio

L’hip hop non vive solo nei ghetti delle metropoli del mondo. È vero, nasce a New York nel Bronx, a Los Angeles e a Chicago, si propaga di periferia in periferia, di lingua in lingua, di banlieue in banlieue. Diventa una forma espressiva compiuta, si adatta agli stili e alle aspirazioni di emarginati di ogni Paese, ma sale anche di tono: arriva al mondo commerciale, entra nell’industria della musica e perfino del cinema. Tutto questo, nel giro di 40 anni.

Eppure, esiste un’area del mondo dove l’hip hop è dominante, ma viene del tutto ignorata. È l’Alaska. Già: tra un orso e un ghiacciaio perenne ci sono persone che amano comporre rime e lamentarsi delle varie disgrazie quotidiane. Saranno un filo diverse da quelle classiche, metropolitane, anche solo per gli scenari descritti. Ma lo spirito è lo stesso. Questo documentario di Vinny Verma, lungo 12 minuti, racconta la storia di un gruppo di rapper e produttori sconosciuti che sperano di sfondare nel mondo della musica.

E magari, se riescono, sfatare qualche mito sulla vita in uno degli angoli più remoti del continente americano.