La quarta parte della storia di Matteo, ballerino che da New York si sposta a Tartu, in Estonia
Dopo aver finalmente firmato un contratto con il prestigioso teatro Vanemuine di Tartu e aver trovato casa, Matteo – da Torino – e Tarasina – da Chicago – si trovano insieme ad affrontare una nuova vita in un Paese straniero per entrambi.
Il racconto di Matteo:
«Quando venni in Estonia il mio livello di inglese era fortunatamente più che sufficiente dopo l’esperienza negli Stati Uniti. Se ci si vuole trasferire qui l’inglese è fondamentale mentre non c’è bisogno di preoccuparsi per quanto riguarda la lingua locale che, tra l’altro, è una delle più difficili al mondo, dato che la popolazione è quasi interamente trilingue, tutti parlano correntemente estone, russo e inglese.
L’Estonia è un Paese in cui la burocrazia è decisamente più “snella” rispetto a quella italiana, soprattutto per quanto riguarda i cittadini europei. Sorvolando sul fatto che lavorando per una grande compagnia come quella del teatro Vanemuine sono stato aiutato e agevolato, qui per avere un permesso è sufficiente fare richiesta a una stazione di polizia, e dopo alcuni giorni si ottiene la carta di identità estone. Avere un conto corrente su cui accreditare il pagamento dello stipendio è obbligatorio, può non piacere a tutti ma qui l’uso del contante è praticamente pari a zero. Si utilizza solo il bancomat anche per le spese minori, addirittura inferiori all’euro e la rapidità e la comodità sono assicurate. Anche per quanto riguarda il servizio sanitario, essendo parte di una grande struttura, ho canali preferenziali per ogni genere di problema fisico. Abbiamo una fisioterapista che ci segue costantemente, e poi ho un medico di base a cui mi rivolgo spesso e utilizzo sempre i servizi sanitari locali. Mi è capitato di dover andare anche dal dentista e la mia esperienza è stata più che positiva.
La vita a Tartu sembrerebbe quindi pressoché perfetta, non fosse per i soliti due tasti dolenti che tormentano qualsiasi italiano all’estero: il clima e il cibo.
Il clima per me è grosso problema. L’inverno è interminabile, il buio letteralmente perenne e ci sono temperature che definire rigide è un eufemismo. Il cibo è sostanzialmente povero, nei supermercati si trovano molte più cose ultimamente, ma la carne bovina, ad esempio, è introvabile e per me, che ritengo indispensabile una bistecca ogni tanto, è un serio problema.
I rapporti con le persone sono invece assolutamente positivi. Mi sono trovato bene fin da subito, all’inizio ha prevalso un po’ di indifferenza e di freddezza nordica, ma non appena si ha la possibilità di entrare in confidenza con qualcuno si trova subito grande disponibilità. Le persone sono generalmente meno “chiuse” rispetto a noi, per strada si vedono i look più stravaganti e acconciature quantomeno bizzarre, ma passano decisamente inosservate e ogni diversità è molto ben accetta.
Anche dei rapporti con le persone che lavorano con me posso dire di ritenermi soddisfatto. Frequento i miei colleghi sia dentro sia fuori dal teatro, sono come una seconda famiglia e spesso si organizzano insieme anche le vacanze. È una gran fortuna che i rapporti siano buoni visto l’infinito numero di ore che passiamo insieme per lavoro.
Nonostante la giornata lavorativa sia molto lunga e il mio non è un lavoro che rende milionari, tuttavia in questi anni sono riuscito a mettere da parte qualche soldo e in ogni caso non ho mai avuto il timore di non poter arrivare alla fine del mese. Qui non ho l’incubo delle tasse che per quanto concerne la mia sfera, non sono esagerate. Vengono detratte direttamente dallo stipendio e ogni anno dopo aver effettuato la dichiarazione dei redditi si ottiene immediatamente la restituzione di crediti in caso siano dovuti. Insomma, riesco a mantenermi facendo quello che amo e non c’è nulla che mi renda più orgoglioso!».
L’esperienza di vita a Tartu sembra quindi più che positiva per questo giovane ragazzo italiano che dopo quattro anni di permanenza in Estonia può finalmente guardarsi indietro e tirare le somme.
«Vivere all’estero, inizialmente da solo, mi ha cambiato profondamente. Sono dovuto crescere in fretta perché non ci sono alternative, ma ho avuto la possibilità di vivere esperienze incredibili e conoscere persone e culture che hanno radicalmente cambiato il mio modo di affrontare i problemi, di vedere e percepire ciò che accade attorno a me. Non ho la presunzione di pensare di avere una marcia in più rispetto ai miei coetanei ma consiglierei un’esperienza di questo genere a chiunque e se avessi dei figli a loro per primi».
IN INGLESE
QUI l’audio
Life in Estonia
After finally signing a contract with the prestigious Vanemuine theatre in Tartu and finding a home, Matteo – from Turin – and Tarasina – from Chicago – are set to face a new life in a foreign country for both of them.
“When I came to Estonia, my level of English was fortunately more than enough after my experience in the United States. If you want to move here, English is crucial, while you won’t have to worry about the local language, which is by the way one of the most difficult in the world – and besides, almost the entire population is fluently trilingual, in Estonian, Russian and English.
Estonia is a country where bureaucracy is much more “streamlined” than the Italian one, especially when it comes to European citizens. Leaving aside the fact that I was helped and facilitated because I work for a large company like the one of the Vanemuine theatre, here getting a permit is as easy as just applying to a police station, and after a few days you get an Estonian ID. Having a bank account in order to get your salary is mandatory – it might not please everyone but here the use of cash is practically zero. Only ATMs are used, even for minor expenses, sometimes lower than a euro and speed and comfort are guaranteed. Furthermore, for what concerns the health service, being part of a large structure, we have preferential channels for every kind of physical problems. We have a physiotherapist who follows us constantly, and then I also have a GP that I often turn to and I always use the local health services, too.
I’ve even had to go to the dentist once and my experience has been more than positive. “
Life in Tartu seems nearly perfect, except for the usual terrible twos that any Italian dreads abroad – weather and food.
“The weather is a big problem for me. Winter is endless, darkness is literally perpetual and temperatures are just impossible. The food is essentially poor, I’ve been able to find a lot more in supermarkets lately, but beef for example, is nowhere to be found and for me, that I consider a steak essential every now and then, this is a serious problem.
On the other hand, my experience of relationships with people are absolutely positive. I felt comfortable right away, maybe a bit of northern indifference and coldness, but as soon as you get the opportunity to start a connection with someone, you’re officially on. People are generally less “closed” than us, you get to see the most extravagant looks and quite bizarre hairstyles, which definitely go unnoticed and all diversity is very well accepted.
I’m also satisfied of the relationships with the people I work with. I see my colleagues both inside and outside the theatre, they’re like a second family to me and we often go on holiday together. We’re very lucky to get on that well, seen the amount of hours we spend together working.
Although working days are very long, my job won’t make me a millionaire for sure, but in recent years I have managed to put some money aside and anyway I never had the fear of not being able to get to the end of the month. The nightmare of taxes doesn’t really exist here, because they’re not exaggerated. They’re deducted directly from your salary, and every year after the tax return is achieved, you get loans back in case they’re due. In a nutshell, I can support myself doing what I love to do and there’s nothing that makes me more proud. “
The experience of living in Tartu seems so positive for this young Italian boy who can finally look back and take stock after four years in Estonia.
“Living abroad, initially alone, has changed me soundly. I had to grow up quickly because there were no alternatives, but I had the chance to live incredible experiences and get to know people and cultures that have radically changed not only the way I deal with problems, but how I see and feel what’s happening around me. I don’t want to sound conceited or like I have that little extra something by telling my peers this, but I’d strongly recommend such an experience to anyone, and if I had children, they’d be the first. “
Vai agli esercizi di inglese legati alla storia appena raccontata da Matteo