Pane gratis ad anziani e stranieri: la storia di Luca Moscon

Da qualche tempo, lascia fuori dalla sua panetteria i prodotti che non vende. Un gesto di generosità che non vuole essere un messaggio politico, né una battaglia di marketing

Succede dalle parti di Verona, nella città amministrata dal famigerato ex-leghista Flavio Tosi, in mezzo a casi di pestaggi, alla nascita di Progetto Nazionale, associazione destrorsa affine all’allora Movimento Sociale Fiamma Tricolore, che ci siano episodi di umanità semplice, ma istruttiva.

Da qualche tempo circola su Facebook il seguente annuncio: “Volevo comunicare a tutti i miei clienti e non che dall’1 dicembre dopo la chiusura serale metterò fuori dal negozio un cesto con pane, pizza, focacce avanzati durante la giornata, in modo che se qualcuno ne avesse bisogno li può prendere. Sperando di essere di aiuto a qualcuno che per vari motivi non se la passa tanto bene. Condividete. Luca” . Il messaggio, condiviso 254.618 volte in poche ore, è stato scritto da Luca Moscon, 51enne originario di San Martino Buon Albergo in provincia di Verona e proprietario di una panetteria veronese con la quale ha deciso di aiutare il prossimo nel modo più semplice e antico della storia: condividendo il pane (invenduto) con chi non se lo può permettere.

Tutto ha inizio quando il signor Moscon, circa un anno fa, inizia a fare credito a qualche anziano che non ha abbastanza soldi per il pane: «Inizialmente tutto quello che avanzava lo davo a un contadino della mia zona – racconta – ma poi ha cominciato a presentarsi in negozio un anziano che non aveva moneta per pagare le pagnotte che chiedeva. Ho così iniziato a fargli credito finché la sua si è trasformata in una presenza costante: ogni giorno, alle 13.30 in punto, passava da me per farsi dare qualcosa. A lui si sono poi aggiunti altri anziani ai quali ho iniziato a regalare un po’ di pane: se lo dividevano tra di loro, qualcuno alla fine saldava i suoi debiti, che si aggiravano sempre sui 10 euro, mentre altri non l’hanno più fatto. Ma a me non è mai interessato avere indietro i soldi: quello che volevo era che tutti potessero mangiare qualcosa», al punto di decidere di regalare i prodotti rimasti invenduti a fine serata, a partire cioè dalle 19.30.

«Non farò grandi cose – continua – solo legherò alla maniglia della porta di ingresso del negozio un cesto dentro al quale metterò pane, pizza e focacce suddivisi in sacchetti, per ciascuno dei quali batterò uno scontrino dalla cifra simbolica di 0,01 centesimi. Ognuno potrà passare e prendere ciò che vorrà: mi rendo conto che ce n’è sempre più bisogno».

A Verona vivono 48.781 anziani over 70 , quasi un quinto della popolazione totale che ammonta a 260.125 persone. Ma per quanto riguarda il pane, occorre aggiungere gli stranieri, pari a 37.578 , spesso sprovvisti di lavoro, tanto che nel 2014 il tasso di disoccupazione a Verona si aggirava attorno al 4,9% . «Io offro il mio pane a tutti, senza discriminazione di razza, religione o sesso. Anzi, spesso vengono qui le badanti, rumene e moldave, degli anziani a chiedere anche per sé un po’ di pane e io glielo do senza battere ciglio. Il progetto è aperto a tutti: quando il pane sarà qui fuori se lo prenderà chi vorrà, io di certo non diventerò povero».

Eppure, nemmeno il signor Moscon se la passa bene: ha aperto la panetteria cinque anni fa, quando è stato licenziato dal suo vecchio lavoro, a 46 anni. «All’inizio eravamo un po’ di persone a lavorare assieme, ma solo sei mesi fa ho dovuto licenziare tutti i miei dipendenti e restare da solo. La realtà piccola di paese non mi ha aiutato: nel raggio di un solo chilometro siamo 13 tra rivenditori e panifici a farci concorrenza, a vendere tutti gli stessi prodotti». Ma le belle parole che tutti gli stanno rivolgendo lo stanno anche in qualche modo ripagando della fatica: «Ho ricevuto tantissimi messaggi di congratulazioni – racconta – da amici ma anche da perfetti sconosciuti, tanto che a oggi la mia bacheca Facebook ha raggiunto il numero massimo di amicizie».

E conclude: «Spero che nessuno se ne abbia a male, sia tra i colleghi delle altre panetterie sia tra i politici: il mio non vuole essere né un escamotage pubblicitario né un messaggio politico, ma solo un modo concreto per dare una mano a chi ne ha più bisogno».

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