Lavoro giovanileStage, ora serve una legge e un compenso minimo

In Italia c’è un paradosso: non c’è più una legge nazionale efficace sugli stage curriculari mentre c’è una babele di 21 leggi regionali per gli stage extracurriculari. La proposta della Repubblica degli Stagisti: subito una legge e un compenso minimo di almeno 200 euro

Due proposte secche al governo Renzi. Il “day after” della Giornata internazionale degli stagisti mette il turbo, e dalla Repubblica degli Stagisti, testata giornalistica online di riferimento sui temi dell’occupazione giovanile, arriva l’appello per gestire le due criticità maggiori del tema stage in Italia. Che si possono riassumere con una frase che sembra un paradosso: da una parte c’è un vuoto normativo, dall’altra parte un eccesso di normative diverse.

Il paradosso degli stage in Italia: da una parte c’è un vuoto normativo, dall’altra parte un eccesso di normative diverse

Com’è possibile? Eccolo spiegato. Attualmente non c’è una legge che regolamenti i tirocini curriculari, cioè quelli svolti durante il periodo di studio. C’era, poi ci sono stati delle rivendicazioni da parte delle Regioni, delle sentenze della Corte Costituzionale, un tavolo in sede di Conferenza Stato–Regioni. Morale della favola: da circa tre anni, di fatto, tutti gli studenti che svolgono stage non sono tutelati da un quadro ben definito di diritti e doveri. E inoltre non possono contare, come i loro colleghi in tirocinio extracurriculare, su un compenso mensile garantito. Per questo Eleonora Voltolina, direttore della Repubblica degli Stagisti, si rivolge direttamente a Stefania Giannini, ministro dell’Istruzione: «La vacatio legis va colmata al più presto, e andrebbe definito un compenso mensile minimo, sull’ordine dei 200-250 euro al mese, da corrispondere obbligatoriamente a tutti coloro che fanno uno stage curriculare di durata superiore alle quattro settimane».

La proposta della Repubblica degli Stagisti al ministro Giannini: un compenso mensile minimo obbligatorio, sull’ordine dei 200-250 euro al mese, per tutti coloro che fanno uno stage curriculare di durata superiore alle quattro settimane

L’altro problema, sul versante degli extracurriculari, è che qui invece le normative sono pure troppe: 21 per la precisione, una per ogni Regione, addirittura due per le province autonome di Trento e di Bolzano. Una confusione che certamente non giova né ai giovani né alle aziende che li ospitano in stage, costrette spesso a seguire, se hanno sedi diverse ubicate in regioni diverse, regolamentazioni differenti.

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