Per chi sogna di volare senza prendere un aereo, è in arrivo un jet-pack personale. Sì, proprio quello che si trova nei fumetti, o nei film di fantascienza per ragazzi, composto da una forma di zainetto con propulsori laterali che permettono di decollare e atterrare, volando con allegria.
Il costo non è proprio alla portata di tutti: 150mila dollari, ma va capito. È una tecnologia nuova e, in realtà, non è nemmeno sul mercato. Anche se ci sono già ordinativi per il 2016 da parte di alcune società di ricconi (quelle di Dubai, per intendersi) che li vogliono utilizzare per operazioni di soccorso sui grattacieli (e loro, del resto, ne hanno un bel po’).
L’idea nasce nel 1919, a opera di un progettista russo, che per primo ne disegnò l’outline. Da allora si sono susseguiti vari tentativi di realizzarlo, in modo più o meno efficace. Negli anni ’60 ci provarono nell’esercito americano, ma il prototipo permetteva voli brevi, non più di 30 secondi. Ci provarono anche diversi privati, come il neozelandese Glenn Martin, che creò la Martin Jetpack e che lavora a un modello che permette di restare in volo oltre mezz’ora, fino a quasi un chilometro d’altezza.
Insieme, c’è anche la concorrente Jetpack Aviation, che ha creato il JB-9, piccolo abbastanza da stare in una valigia ma non ancora messo in commercio “per ragioni di sicurezza”. E non c’è da dargli torto, vista l’indisciplina generale sui mezzi di trasporto. In ogni caso, il jetpack è sempre più vicino. Anche perché stanno arrivando i finanziamenti: la Martin Jetpack ha già ricevuto 50 milioni di dollari da un gruppo aerospaziale cinese per continuare lo sviluppo del progetto. E si sa che il Dragone i soldi non li butta via.