Creare mattoni con l’inquinamento di Pechino? Si può

È l’idea di un artista cinese, che dopo aver aspirato l’aria della città ha raccolto polvere per farne un mattone. Su cui costruire la sua provocazione artistica

Che Pechino avesse un problema con l’inquinamento, be’, lo sanno tutti. Che potesse, però, trasformarlo in una risorsa e immetterlo nel mondo dell’edilizia, è solo l’idea di un artista Nut Brother (Anche perché, come insegna la crisi della borsa cinese del 2015, di edilizia ne hanno fin troppa, e per riempire i palazzi vuoti hanno dovuto abbandonare la politica del figlio unico).

Ma resta comunque una buona idea. Per settimane, Nut Brother è andato in giro per le strade della città con un aspirapolvere acceso, ad aspirare l’aria. “Mi sentivo un po’ in imbarazzo, lo ammetto”, spiega. Quattro ore al giorno, per 100 giorni. Ovunque. “A Pechino l’aria non è mai buona, da nessuna parte”. Aveva solo l’imbarazzo della scelta.

Con la polvere raccolta (circa 100 grammi), ha impastato, insieme a della sabbia, un mattone. E su questo mattone ha costruito la sua denuncia artistico/ambientalista.

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“I danni che facciamo all’ambiente in realtà li rivolgiamo a noi”, spiega. “E la polvere dell’aria è il simbolo della polvere che diventeremo noi”. Non è una ricerca scientifica, chiarisce. E nemmeno un’ipotesi valida per convertire l’inquinamento. Però è un’idea. E se dallo smog si potesse ricavare il cemento, o qualcos’altro, sarebbe un grande rimedio. Si spera allora che l’idea di un artista diventi fonte di ispirazione per gli scienziati. Sarebbe una soluzione, anzi: una rivoluzione. Culturale.

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