Hanno vinto tutte le prime meno la prima. Nessuna aveva grandi avversari ma Juve e Napoli giocavano in trasferta. Qualcuna, come Roma e Napoli ci hanno lasciato qualche pezzo, espulsi Jorginho a Bergamo e Dzeko, ma anche Naingolan e Pjanic non giocheranno la prossima partita, la prima del 2016. Per una domenica i risultati hanno seguito le previsioni, eppure tranne la Fiorentina, non è stato tutto semplice.
La Juventus con lo sgraziato ma efficace Mandzukic, sembrava padrona ma poi, come le è già accaduto, molla l’attenzione e vive gli ultimi minuti come un incubo. Ringrazi scarpantibus Lollo, altrimenti era pareggio con tre gol dal Carpi sul groppone. Allegri infatti ha perso la brocca, perso la sua calma contenuta e perso il cappotto, scagliato a terra con rabbia, scarmigliati giacca e cravatta, si produce in un teatrino a brutto muso e urla stile Mourinho , per lui insolito ma manicomiale nello striptease.
Il Napoli, beh il Napoli ha un uomo con il nove sulle spalle in stato di grazia, gli occhi che brillano e una grande classe ritrovata. La dimostrazione che lo stato psicofisico di un giocatore equivale e esalta il suo talento. Sarri ha reso Higuain uomo libero e felice, la nuova dieta lo rende fisicamente eccezionale in ogni movimento, corsa, rotazioni del corpo, elevazione, potenza del tiro, resistenza al difensore. Che, poveretto dovrebbe avere 4 occhi, quattro gambe, quattro e due teste oppure un compagno che raddoppi l’asfissia della marcatura. Ma l’Atalanta nel complesso ha fatto una bella figura.
La Roma risponde con una vittoria non esaltante e nervi tesi. Florenzi che dopo il gol raggiunge in panchina l’ormai estenuato Garcia, occhi rossi e maschera di febbre, e lo abbraccia trascinando tutti i compagni nella commozione sembrerebbe scena vera. O forse sono più veritieri i fischi dei tifosi romanisti che mal sopportano un allenatore che ha perso idee di gioco, polemizza con tutti e spara proclami, non ultimo quello che il suo Dzeko segnerà quanto Batistuta. Un orateur che a Roma preferirebbero solo allenatore, ben sapendo che sostituirlo ora è quasi impossibile, tra l’altro con un contratto prolungato fino al 2019, oltre il dovuto. Ascoltando i commenti da bar il francese non va giù a parecchi patiti e ultrà. Ora come gli altri avrà due settimane di riposo, nelle quali trovare un bandolo nella matassa pasticciata della sua squadra. Magari ci riesce.
La più bella partita della giornata però si è giocata sabato. Bologna e Empoli hanno dato spettacolo, figlie dei loro allenatori, due menti altamente ragionanti
La Fiorentina va liscia come l’olio, due gol nel primo tempo e gestione palla, lo snello Kalinic apre, maciste Ilicic chiude. La squadra viola rimane nel gruppo di testa, dove a turno fanno cilecca, quindi tra meno e più, il risultato non cambia. Sousa non perde la calma, prosegue con il suo lavoro certosino di affinamento tecnico tattico. È quasi certo che riuscirà a prendersi l’Europa alla fine del campionato. Quale delle due Europe però non si sa.
Il Milan caotico riesce a esserlo meno del Frosinone. Una montagna di errori da ambo le parti, i gol fioccano ad alta velocità, il ritmo è dato dai frusinati e per un tempo i rossoneri si adeguano, nonostante i due registi contemporanei, Bertolacci e Montolivo, non hanno grandi idee e vanno sempre in orizzontale. Poi Miha deve essersi ricordato del comandante Arkan e brutalizzato i suoi mollaccioni. Finalmente il Milan si sveglia e accelera, e ce la fa.
La più bella partita della giornata però si è giocata sabato. Bologna e Empoli hanno dato spettacolo. Figlie dei loro allenatori, due menti altamente ragionanti, hanno mostrato gioco sapiente, bei colpi, ritmo alto e gol frutto di matematiche geometrie e giuste posizioni in campo. 3-2 alla fine per l’Empoli, ma il risultato giusto sarebbe stato un equo pari. I toscani sono a pochi punti dalle grandi ma tatticamente sono i primi della serie A. Il Bologna riemerge nonostante la sconfitta, work in progress e segnali futuri positivi.
Serata storta per la capolista Inter. Che prende gol spesso in avvio quando non entra con autorevolezza e comincia molle, ma Mancini stavolta non azzecca la formazione. Montoya regredisce di fronte a Anderson, Melo è fuori fase, Icardi è fermo e Jovetic megalomane. E la Lazio non dà spazio, trovando una personalità che sembrava smarrita e grande velocità, infilando i bradipi interisti e rallentando a tempo debito dopo la rete del liberissimo Candreva. Cambio, entrano Ljaic e Brozovic ma Melo corona la sua brutta prestazione, causa un rigore idiota e poi viene espulso. La Lazio è generosa e caparbia e merita di vincere. Per l’Inter meglio dedicarsi ai panettoni che ai punti in classifica persi.
E ora buone feste e vacanze a tutti, squadre, tifosi e lettori de Linkiesta. Alla ripresa del campionato a gennaio saremo tutti qui, con qualche giocatore in più e qualche in meno, il calciomercato sta sbocciando già.