Sarebbe stato meglio vedere la bellissima Napoli-Inter 11 contro 11. Se i partenopei sembravano superiori come organizzazione di gioco e interpreti, la partita era tutta aperta. Mancini per una volta non ha azzeccato formazione, insistendo sul supermolle Guarin, non incontrista, non inventore, vagante per il campo sulla sinistra del Napoli che infatti lì insiste e crea pericoli con Insigne scatenato, Higuain implacabile in stato di grazia, fulmineo funambolo. L’espulsione di Nagatomo è ingiusta e eccessiva. E decisiva. Orsato rovina la partita, non vede che il giapponese quasi si rannicchia, evitando di affondare, scivola e travolge Allan ma senza cattiveria. In una sfida tanto equilibrata, perdere un uomo segna la fine. E se lo determina un errore arbitrale, fa maluccio. Esce l’isolato Icardi per Telles, e finalmente se ne va negli spogliatoi meno intelligente in campo, sostituito da ma il palleggio tra le linee del Napoli è troppo facile. Higuan raddoppia con una forza capolavoro e Lijaic accorcia dentro una prestazione superba. Due pali per l’Inter, in un finale meraviglioso, ma il Napoli sorpassa. Voto a Orsato 4.
La Fiorentina pareggia con il Sassuolo e soprattutto pareggia il possesso palla, specialità viola. Senza Berardi Di Francesco dimostra di avere tattica e modulo che dura felice da un bel po’. Sousa perde un’occasione e non si impone. Manca alla Fiorentina un po’ di cattiveria e Kalinic comincia a essere conosciuto e studiato nei movimenti, i difensori si sono laureati e forse lui segnerà meno.
Le lezioni dovrebbero servire a capire ciò che si sbaglia. E dagli errori risalire la china. Non c’è tattica che tenga se gli interpreti non si applicano. È bastata un’Atalanta vogliosa, compatta, asfissiante per mostrare la lentezza, le gambe molli, la testa vuota dei giocatori della Roma. Garcia continua a piazzare Florenzi terzino quando vista l’assenza di Salah e Gervinho non ha ali. Non ci sono peggiori, tutti colpevoli di idee confuse, poca collaborazione. E un allenatore che non ha in un pugno che mosche e i fischi solenni degli sparuti tifosi rimasti sugli spalti.
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Lazio desaparecida, la provincia sta meglio, il Frosi si sta abituando alla serie A, e fa passi avanti ogni domenica. L’anticipo di sabato deve agitare i doriani. Da Zenga a Montella ci passa un mondo. Non so perché Ferrero abbia cacciato l’ex-portiere, che sapeva leggere bene le inclinazioni dei suoi giocatori veloci, tipo Eder e Muriel. Che ora vanno in orizzontale e non sanno più che fare.
Facile per il Milan, troppo, bravo Niang che a Genova ha imparato a non diventare come Balo. È stata la giornata dei gomiti inutili, da espulsione. Pavoletti fa perdere il Genoa con un bel colpo assestato quasi a gioco fermo e Rafael fa perdere il Verona, causando in più il rigore, dopo aver già parato in tutta calma. Tonelli dell’Empoli segna ma poi affetta la testa di Djordjevic. Colpi pericolosi, stupidi e autolesionisti da cerebrolesi.
La Juventus sta lentamente rimontando, ritrovata la sua celebre difesa ha cominciato a ragionare. Il prediletto di Allegri è cambiato, Dybala su, Morata giù. Non è che giochino un gran calcio i bianconeri, ma sono molto più convinti e attenti, in fondo non dovevano battersi contro il Palermo, in campo la partita era Vazquez contro Juve. Impari.