Suggerimenti per far diventare etico il cinema porno

Le elabora Erika Lust, regista e produttrice dell’hard. Serve rispetto per gli attori (anche dal punto di vista economico) e, non secondario, per gli spettatori

Si può guardare film porno e, nel frattempo, sentirsi a posto con problemi di tipo etico? Certo. È chiaro che l’industria della pornografia non è sinonimo di pulizia morale. Non ha nemmeno una bella storia alle spalle. E, quando ci si pensa, non può che comunicare un certo senso di squallore.

Eppure, ci sono anche alcuni elementi positivi. Ad esempio, la maggior parte degli attori sono professionisti, svolgono con la massima serietà un mestiere poco diffuso e non semplice da raccontare alle cene degli amici (a meno che non siano colleghi, ovvio). E poi sono anche uno strumento per la rivendicazione dei diritti delle donne. Non tutti sono d’accordo, ma è il pensiero di Erika Lust, donna e regista e produttrice di film porno, illustrato su The Independent. Che fornisce anche alcuni suggerimenti per capire se il film porno soddisfa alcuni criteri di eticità, cioè – nella sostanza – rispetta i diritti dei lavoratori. Vale per chi li guarda, ma soprattutto, per chi li fa.

Si può vedere chi è sullo schermo. Ma si vede chi c’è dietro?

La domanda è importante: si conosce il nome del regista, o del produttore? Sono indicati in modo visibile? Se no, vuol dire che si vergognano del loro lavoro. Ed è un buon indizio per capire che quacosa di sbagliato c’è.

Il produttore di film deve essere onesto nei confronti dei giovani attori

Molte attrici e molti attori finiscono risucchiati nel mondo del porno perché hanno bisogno di denaro. È un rischio, perché è molto difficile uscirne e si resta sotto ricatto. Un produttore onesto dovrebbe avvertire chiunque voglia intraprendere la carriera, e segnalare che è un aspetto che li inseguirà per tutta la vita. Anche quando avranno smesso e saranno manager di aziende importanti, ci sarà sempre qualcuno che tirerà fuori vecchi filmati e li metterà in difficoltà. Per cui, bisogna essere davvero convinti.

Occorre pagare il giusto

Quanto costa una scena di sesso? Da 900 euro a un minimo di 600 euro. Meno di così, sostiene Erika Lust, è sfruttamento.

Sicurezza e salute

Perché si dovrebbe rinunciare ai preservativi? Sullo schermo, è noto, non vengono bene. Ma questo non deve implicare che si rinunci alla salute e alla sicurezza degli attori. Per loro è un lavoro, per cui devono esserci controlli accertati e frequenti per le malattie veneree e in particolare per l’hiv. E poi anti-concezionali.