Il cinema lo hanno inventato i fratelli Lumière? Più o meno. Ma non va dimenticato, in quel periodo di entusiasmo iniziale, il contributo di Georges Méliès, già ricordato da LinkPop per essere l’autore del primo film horror della storia e, soprattutto, del primo film porno. Per il grande pubblico è più famoso per il primo film con un viaggio sulla Luna, con l’immagine-simbolo del razzo che finisce la sua traiettoria colpendo l’occhio del nostro satellite. Per capirsi, questa:
Méliès, oltre ad aver contribuito al progresso del cinema in modo fondamentale, era una personalità eccentrica, ampia e complicata. Adattissima, appunto, per creare i film, e definirne la struttura fondamentale. Tutti i suoi lavori sono stati innovativi, anzi: disruptive (e si parla del periodo a cavallo tra XIX e XX secolo). Per cui, in un’epoca come questa, in cui si cercano nuovi idoli del progresso, Méliès merita una speciale menzione. Anche perché:
– Prima di dedicarsi al cinema, era un illusionista. La sua conoscenza dei trucchi magici gli fornì tutto il background necessario per inventare gli effetti speciali. Aveva imparato i rudimenti a Londra, durante gli studi, frequentando gli spettacoli di John Nevil Maskelyne. Poi, da autodidatta, riesce a padroneggiare l’arte ed esibirsi a Parigi.
– È a lui che si debbono alcune delle tecniche usate ancora oggi per il montaggio e gli effetti speciali: l’esposizione multipla, cioè la creazione di un’immagine unica sovrapponendo due immagini diverse. Serviva per creare, ad esempio, effetti “spettrali” (come avviene in “The Cave of Demons”, del 1898). Oppure la prima dissolvenza, che crea un effetto “narrativo” per la storia. E la prima scena in split screen, che mostra le azioni di personaggi in contemporanea ma in ambienti diversi.
– Infine, è lui il fondatore del primo studio di produzione cinematografico in Europa. Lo crea, come era ovvio, a Parigi, in un giardino di periferia di sua proprietà. I muri erano in vetro, con una zona oscura per cambiarsi d’abito. Purtroppo, vista la sempre minore popolarità dei suoi film (la gente iniziò ad abituarsi presto alle novità), fu costretto dapprima a trasformarlo in una sala visione. E poi in un ospedale per i feriti della guerra (la Prima Guerra Mondiale). Infine, al verde per le spese e gli insuccessi, abbandonò del tutto lo studio e la disciplina del cinema.