“Basta selfie!”, e Mumbai comincia una lotta di civiltà

Per ragioni di sicurezza la città indiana ha creato delle aree "selfie free". Ma il sospetto è che, come tutti, si siano stufati di pose idiote e bastoni pericolosi

Sbaglia chi dice che, con l’avvento della tecnologia, l’uomo ha annullato i meccanismi dell’evoluzione naturale. Al contrario, dal momento che esistono persone che muoiono (in senso letterale) per farsi un selfie, sembra che il darwinismo sia vivo e vegeto. Certe eredità genetiche è meglio che non vadano avanti.

Sembra però che il comune di Mumbay non la pensi così. Per proteggere i suoi cittadini (ma anche i turisti) dal fascino distruttivo del selfie, ha creato delle aree dove l’autoscatto (per citare Gianni Morandi) è proibito. Ragioni? Di sicurezza. Per salvare la vita degli incauti che decidono di mettersi in pericolo pur di scattarsi una foto. Prima dell’India ci ha pensato la Russia, che ha perfino emanato una guida al selfie sicuro, stampata dal governo. Cose grosse.

Secondo la polizia di Mumbai, allora, ci sono almeno 16 zone “no selfie”, tra cui alcune delle principali attrazioni marine della città. Ad esempio il Marine Drive, la spiaggia di Chowpatty, i forti a Worli e Bandra, e le spiagge a Dadar e Juhu. Diverse persone sono morte cadendo in acqua, nel tentativo di scattarsi una fotografia. Meglio proteggerle con un divieto. Secondo Dhananjay Kulkani, portavoce della polizia della città, “farà di tutto per evitare incidenti di questo tipo”. Già, perché non bastavano ladri, terroristi e trafficanti.

Del resto, zone “selfie free” esistono già nel mondo. Nella stessa India ci sono le scale del Taj Mahal. Sono proibiti anche nel festival di Kumbh Mela. In Inghilterra il selfie stick è bandito a Wimbledon (e del resto, con quei cappelli che sfoggiano, il rischio di incidenti c’è) e anche a Disney World, in Florida. È una battaglia silenziosa contro una delle peggiori armi di stupidità di massa, che LinkPop appoggia con tutto il cuore.

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