«Siamo partiti da zero: Ciascuna parte è prima nel suo genere. Pezzo dopo pezzo, abbiamo progettato tutto da capo. Crediamo che per reinventare un’intera industria sia necessario re-immaginare tutto». Con queste parole, che fanno da didascalia all’immagine presa direttamente dal sito ufficiale dello Smartscooter Gogoro, la società mira a esaltare le novità assolute del suo primo prodotto, un mix tecnologico che attinge dall’industria degli smartphone, da quella delle batterie elettriche ed altro ancora.
Gogoro è una giovane società di Taiwan che dispone, in realtà, di un know-how collaudato e consolidato. Fondata nel 2011 da ex tecnologi della Htc, in breve tempo ha saputo convincere diversi fondi di investimento e raccogliere 150 milioni di dollari grazie ai quali, a partire da quest’anno, potrà avventurarsi nel mercato europeo. La sua innovazione, però, non sta nell’aver inventato qualcosa di nuovo, ma nell’aver saputo mettere assieme i pezzi giusti con i quali rinnovare qualcosa di vecchio, rivestendo poi il tutto con una generosa dose di design.
La sua innovazione non sta nell’aver inventato qualcosa di nuovo, ma nell’aver saputo mettere assieme i pezzi giusti con i quali rinnovare qualcosa di vecchio, rivestendo poi il tutto con una generosa dose di design, ispirato ad Apple
Al di là del design pulito e minimalista, che tanto deve al culto Apple, lo smartscooter presenta caratteristiche davvero insolite per un mezzo a due ruote.
Sorvolando sul sistema di intrattenimento, ispirato a una quantità indefinita di app per smartphone, gli elementi più interessanti di questo mezzo sono tre: i sensori di bordo, che oltre a consentire di personalizzare le prestazioni e i consumi del mezzo in base allo stile di guida del pilota permettono alla società di monitorarne le condizioni da remoto; il sistema di frenata rigenerativa, che permette di “giocare” con l’autonomia del mezzo; il sistema di batterie ricaricabili e intercambiabili.
Gli elementi più interessanti di questo mezzo sono tre: i sensori di bordo, il sistema di frenata e il sistema di batterie ricaricabili e intercambiabili
Il frequente paragone con Tesla Motors è calzante per diverse ragioni, prima fra tutte l’importante contributo tecnologico di Panasonic, che fornisce le batterie del motore. Panasonic, ricordiamo, è partner di Tesla Motors per la fornitura delle batterie che alimentano i motori elettrici delle sue vetture, nonché una delle sostenitrici fondamentali del progetto della Gigafactory Tesla (vedi “Panasonic aiuterà Tesla a costruire la sua Gigafactory”). Panasonic è dunque un partner importantissimo per Gogoro, anche grazie al forte legame con una delle società più rivoluzionarie degli ultimi anni.
Il paragone con Tesla Motors non si ferma, però, ai soli partner comuni, ma passa anche per soluzioni quali il sistema di frenata rigenerativa, una tecnologia che deve molto all’introduzione del Kers nel mondo delle competizioni automobilistiche e che a bordo delle vetture Tesla gioca un ruolo notevole nell’ottimizzazione dei consumi e della frenata (vedi anche “Tesla convince senza fare rumore”).
La possibilità di ricaricare le batterie utilizzando una normale presa di carica, o sostituirle rapidamente passando presso una stazione Gogoro, è probabilmente la soluzione più intelligente che la società potesse escogitare
Anche l’idea di connettere il mezzo con la casa madre per ottimizzarne la supervisione (vedi “Gli aggiornamenti Over-the-Air della Tesla Motors sono la strada da prendere”) – magari l’aggiornamento – e l’idea di sostituire le batterie anziché ricaricarle, devono molto a soluzioni studiate dalla casa automobilistica di Musk.
La possibilità di ricaricare le batterie utilizzando una normale presa di carica, o sostituirle rapidamente passando presso una stazione Gogoro (che per dimensioni e collocazione ricordano maggiormente un distributore automatico), è probabilmente la soluzione più intelligente che la società potesse escogitare. Scongiurando il pericolo di restare a secco, nemico storico delle vetture elettriche, la società riesce così ad assicurare la propagazione virale del suo scooter intelligente ed offrire al mercato un prodotto che “sa di nuovo”.