LavoroDati Istat sull’occupazione: per i 30enni è un disastro

Diminuisce il tasso di disoccupazione all’11,3%. L’occupazione su base annua cresce con 206mila persone occupate in più. Ma nella fascia d’età 25-34 anni gli occupati diminuiscono e aumentano gli inattivi

I dati Istat sull’occupazione a novembre sono tutti positivi. La stima degli occupati è cresciuta dello 0,2 per cento, con 36mila posti di lavoro in più. La stima dei disoccupati è calata dell’1,6 per cento. E il tasso di disoccupazione è diminuito dello 0,2%, arrivando a 11,3 per cento. In discesa anche il tasso di disoccupazione giovanile, pari al 38,1 per cento.

I numeri su base annua, però, fanno sorgere qualche dubbio. La disoccupazione registra un forte calo, -14,3%, pari a 479mila persone in cerca di lavoro in meno. Cresce l’occupazione, con 206mila persone occupate in più. Ma cresce anche l’inattività (+0,3%), cioè l’incidenza di coloro che scoraggiati hanno smesso di cercare un lavoro, che sono 138mila in più rispetto a novembre del 2014. Un numero, questo, che potrebbe spiegare in parte sul calo della disoccupazione, che include coloro che sono alla ricerca di un lavoro.

I problemi maggiori si riscontrano però nella fascia 25-34 anni, quella di ingresso nel mondo del lavoro. In questo caso i numeri hanno tutt’altro segno: la disoccupazione cresce, l’occupazione diminuisce, mentre gli inattivi continuano ad aumentare.

Disastro tra i trentenni

Il tasso di disoccupazione giovanile, tra i 15 e i 24 anni, a novembre è calato dell’1,2 per cento. Nella stessa fascia è cresciuto sia il tasso di occupazione sia il tasso di inattività. Entrambi di 0,2 punti. Nella classe di età 25-34 anni si registra invece una crescita del tasso di disoccupazione (+0,1 punti percentuali) e del tasso di inattività (+0,9 punti), mentre il tasso di occupazione diminuisce (-0,8 punti). Rispetto a dodici mesi prima, l’Istat osserva in tutte le classi di età una crescita del tasso di occupazione, a eccezione proprio dei 25-34enni, per i quali il tasso cala di 0,2 punti percentuali.

Il lavoro a termine cresce più di quello a tempo indetermiato

La crescita dell’occupazione, spiegano dall’Istat, è determinata dalla componente femminile e dall’aumento dei dipendenti a tempo indeterminato e dei lavoratori autonomi, mentre calano i dipendenti a termine. Rispetto al mese precedente, i dipendenti a tempo indeterminato a novembre sono aumentati di 40mila unità, mentre si registrano 32mila dipendenti a termine in meno. Contemporaneamente, sono cresciuti dello 0,5%, pari a 28mila unità, i lavoratori autonomi.

Su base annua, i dipendenti crescono dell’1,5% (+247 mila), spiegando interamente la crescita dell’occupazione nei dodici mesi, mentre gli indipendenti diminuiscono dello 0,7% (-41 mila). Tra i dipendenti, quelli a tempo indeterminato crescono dell’1% (+141 mila), ma quelli a termine crescono di più, con un + 4,5% (pari a 106 mila unità). Un dato che mostra come l’effetto Jobs Act ancora stenti a farsi vedere.

Le donne lavorano di più

A novembre, spiega l’Istat, la crescita dell’occupazione rispetto al mese precedente è determinata dalle donne (+0,4%), mentre resta stabile tra gli uomini. Il calo della disoccupazione riguarda sia gli uomini (-2,1%) sia le donne (-1,1%). Il tasso di disoccupazione diminuisce di 0,2 punti sia per gli uomini sia per le donne. Gli inattivi invece crescono dello 0,6% per la componente maschile, a fronte di un calo dello 0,4% della componente femminile. Il tasso di inattività resta invariato al 36,3 per cento.

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