La passione scandinava di far dormire i bambini al gelo

Un’abitudine antica e radicata, considerata oggi del tutto normale. Il pargolo dorme meglio e più a lungo. E i genitori si rilassano

Giorni di gelo si abbattono sull’Italia. Ottima occasione per abbandonare il proprio bebé all’aperto, penserebbero gli scandinavi. Lontani anni luce dalle preoccupazioni tutte mediterranee sulla temperatura bassa e bassissima, in Svezia e in Finlandia i genitori fanno dormire i loro figli al gelo. Capita spesso, fuori da caffè e ristoranti, di vedere carrozzine parcheggiate, con tanto di inquilino, mentre loro stanno dentro, a bere e riposarsi.

Come può la natura concepire popolazioni così crudeli e folli? Semplice: non sono né crudeli né folli. La “siesta nordica” è un’abitudine ormai radicata in quelle zone e risale ai tempi in cui la mortalità infantile era molto alta e la qualità dell’aria nei luoghi chiusi molto bassa. La soluzione era di far dormire i figli all’aperto. Avrebbero respirato meglio, si sarebbero difesi dalle malattie e avrebbero lasciato in pace i genitori per qualche ora. Certo, tenendoli coperti: per non avere né troppo freddo né troppo caldo.

La cosa prende piede e, oggi, viene considerata del tutto normale. I neonati (si comincia subito, dopo due settimane di vita) si abituano alle temperature basse, e crescono più forti? Non è detto. Quello che è certo, almeno secondo lo studio condotto dal ricercatore finlandese Marjo Tourula, è che i bambini dormono più a lungo e meglio. I genitori, di conseguenza, si rilassano. E tutti sono contenti.

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