La Fiorentina perde in casa, proprio come l’Inter, contro una Lazio che si esalta ogni tanto, secondo estro, e solo con le grandi. E come ha fatto? Ha usato l’abituale contropiede ma anche la stessa arma dei viola, pressando altissimo e, mettendosi sulle linee di passaggio, impedendo di fatto ai viola di fraseggiare e tagliare a fette il campo. Come predetto, le assenze dei titolari, Bernardeschi e Ilicic entrato per mezz’ora soltanto, e la panchina corta sono fatali. Mi sembra difficile che la Fiorentina possa mantenersi in cima alla classifica ma ha buone chance per una qualificazione europea. Cosa che dubitiamo per la Roma. Squadra che non regge 90 minuti, e le accuse velate di Garcia ai preparatori atletici scelti dalla società e non da lui (cosa piuttosto bizzarra), hanno qualche fondamento. Nel secondo tempo la Roma cede progressivamente fino a disfare qualsiasi schema e trama, i giocatori arrivano in ritardo su ogni palla e la rimonta avversaria è automatica. Persino il modesto ma più ordinato Milan ci riesce all’Olimpico, e rischia anche di vincere. Così il pareggio fa galleggiare i due allenatori in uno stagno melmoso ma affossa la classifica. Riappare Totti ma il suo fisico si adegua allo spompamento generale. Lontanissimi i tempi in cui era panacea divina.
Inter – Sassuolo è stata partita molto veloce, d’attacco e colma di occasioni per ambedue. Sequela di reti fallite su punizione e azione, e i due portieri Handanovic e Consigli volano in ogni dove. Ma gli emiliani fraseggiano meglio, corrono come pazzi, raddoppiano e mettono in grande difficoltà la difesa più forte del campionato. Manca un’espulsione che avrebbe segnato la partita, Berardi non è nuovo a gesti rabbiosi e si meritava il rosso. L’arbitro Doveri, già poco amato dai nerazzurri, finge di non vedere la volontarietà. L’ultimo quarto d’ora gli emiliani cedono, l’Inter preme furiosamente sfiora gol a ripetizione, con quattro attaccanti stile Mourinho. Meriterebbe il vantaggio eppure Consigli resiste e all’ultimo secondo, l’Inter incredibilmente, con la sua pazzia congenita e incurabile, regala il rigore. E perde la terza partita in casa, quelle che dovrebbero dare vittorie. La bipolarità interista sembrava aver trovato uno stabilizzatore, evidentemente Mancini deve dosare meglio il litio altrimenti lo scudetto evapora.
La classifica si rimescola per l’ennesima volta, e ci guadagna il Napoli stracciando in un monologo allegro l’impotente Frosinone. Hamsik giganteggia, finalmente libero di entrare in spazi aperti e Higuain ride tutta la partita e si beve tre difensori e il secondo imbarazzante portiere frusinate, il primo Leali non è meglio. A gennaio il Frosinone deve rintracciare da qualche parte un numero uno decente da piazzare in porta.
La seconda colonna della classifica presentava tanti scontri diretti. Vincono il grande Empoli, Genoa, Chievo e il Palermo dello stranito Ballardini che, nella morsa di giocatori contro e presidente mutevole, sta pensando che la sua storia in Sicilia sia finita. Tutte prendono punti in trasferta e saranno punti pesanti per la questione retrocessione. Come per la parte alta, anche la parte bassa è in confusione, è il campionato delle vicende alterne, dei ribaltoni, delle sorprese inaspettate.
Chi non sorprende più, anzi rappresenta una previsione certa è la Juventus. Continua a imporsi e ha compiuto la sua rincorsa, raggiunge l’Inter ma l’opposizione della Sampdoria è stata ridicola per almeno un’ora. Alcuni doriani erano latitanti, Eder un oggetto fantasma, e non so come Montella abbia preparato la gara, visto che la sua squadra sembrava in gita ai giardinetti per tre quarti di partita. Un atteggiamento sbagliato fin dal calcio d’inizio, una lentezza esasperante in una partita già di per sé tartaruga, nessuna aggressività. Si attendeva soltanto che la Juve dei campioni singoli segnasse. Ciò è avvenuto con facilità irrisoria bucando una difesa scadente. Di colpo poi a metà del secondo tempo si sono svegliati tutti, una lampadina a intermittenza che ha spento la stanca Juve. È salito in cattedra un maestro: Cassano ripete un’altra bella prestazione, e visto che nessuno dei compagni ne faceva una giusta, ha deciso di segnare lui stesso. Che uomo balzano e che campione visionario, pigro a testa alta, scherzoso e polemico genio che non corre ma inventa. Nella Juve, Morata deludente, Dybala eccellente dovunque si piazzi. Pogba segna di sportellata e gioisce senza sorrisi a spegnerne l’arroganza. Arriverà il Bayern e se i bianconeri non passeranno il turno, saranno i soliti cavoli amari per tutti in serie A.