Si incomincia a intravedere la luce, si chiariscono i contorni e qualche figura appare più netta nel campionato di serie A. Una squadra diventa lo specchio perfetto per altre due, ne evidenzia i limiti e le ambizioni, rivela chi brilla di luce propria e chi no. Il Sassuolo gioca in casa dell’Inter e vince, poi gioca in casa del Napoli e perde, facendo la stessa identica intensa, indomabile partita di bel gioco, pressing e trame convincenti. La fotografia scattata a confronto mostra l’irrisolto interista e la pienezza del Napoli. Sarri ha fatto un capolavoro, al di là dei nuovi innesti ha rivitalizzato giocatori spenti con Benitez e dato la certezza granitica di un gioco d’attacco spettacolare, inventivo e imprendibile. Higuain è da capogiro, lo marcano in 2 e lui fa 2 gol. Ma è tutto il Napoli che gira come un orologio nel quale gli ingranaggi scivolano oliati alla perfezione. E vola in testa, mentre i nerazzurri arrancano.
Nel 1901 Freud scriveva Psicopatologia della vita quotidiana, testo che tratta degli errori non voluti che la coscienza opera dall’inconscio con il risultato di un caos ingovernabile. Nel 1908 nasceva l’Inter, che avrebbe risentito dell’influenza freudiana per tutta la sua storia. Si capisce quindi perché cambiando presidente, allenatore e otto undicesimi di squadra siamo sempre al punto che una forma di disfunzione seriale pervada la squadra. Ciò che sembra unito si sfalda improvvisamente, fino allo sperpero di ogni qualità, giocatori bravi perdono in un battibaleno ogni bandolo e sistematicamente chi eccelleva, frana. Un vero caso psicoanalitico, altro che problemi calcistici.
Esattamente l’opposto è la nemica storica. La Juventus è tornata una macchina da guerra spaventosa. Ha peso, organizzazione, corsa, tutto ritrovato e impreziosito dai merletti deliziosi del giovane Dybala, applaudito anche dai tifosi friulani , che non solo segna gol splendidi ma ha tocchi, lanci, aperture, il tutto con velocità e facilità, sorriso e correttezza. La nota delicata del ragazzo, ormai campione, ingentilisce la potenza rude dei bianconeri, stempera la storica arroganza del suo presidente. Allegri ha ricucito, ricomposto il puzzle con i nuovi pezzi, con pazienza e attenzione, tornando al modulo Conte e i risultati sono palesi. La povera Udinese nel suo bellissimo stadio prende quattro gol in 40 minuti, gioca in dieci per il rigore causato da Danilo e il resto della partita difende la sua dignità.
Nel 1901 Freud scriveva Psicopatologia della vita quotidiana, testo che tratta degli errori non voluti che la coscienza opera dall’inconscio con il risultato di un caos ingovernabile. Nel 1908 nasceva l’Inter, che avrebbe risentito dell’influenza freudiana per tutta la sua storia
Spalletti esordiva con l’ultima in classifica, aveva già deciso di far una bella rivoluzione nella sua Roma. Scelte tattiche e tecniche opposte a quelle di Garcia: ritorno in avanti di Florenzi che effettivamente penava l’inferno come terzino, Gervinho accantonato e partente, Castan dall’inizio, Naingolan posizionato più avanti, al punto da segnare il gol del vantaggio. Cosa che non riesce mai a Dzeko, rigido come un palo della luce spento da mesi. La Roma attacca e attacca fino allo sfinimento contro una difesa arroccatissima, e se Pianic dispensa con classe, nessuno raccoglie. Il Verona poteva segnare solo con un rigore e rigore è stato. Spalletti non sorride più, forse ci vorrà tempo ma intanto si deve essere accorto che l’aspetto mentale è più grave del previsto e il suo numero nove ha serissimi problemi. Soluzioni? Qualche acquisto non farebbe male per trovare novità in attacco.
L’altra romana, la Lazio, raddrizza la partita con un grande secondo tempo, dopo che nel primo era stata dominata dal Bologna, complice un’espulsione ingiusta. Il fallo da rigore su Klose c’era, il rosso no. Il Carpi fa il botto ma la Samp si è involuta. L’Empoli si salva e il Genoa strapazza il Palermo stordito dalla pazzia societaria. L’ultima partita della giornata era la sfida a San Siro tra Milan e Fiorentina. Mihajlovic che è un furbacchione ha schierato il Milan coperto a marcare e a partire in contropiede. Gli riesce benissimo perché Bacca è rapidissimo e Tomovic, di solito panchinaro fisso, è un pesce lesso e sperduto. Viene mangiato e bevuto in un boccone ed è gol. Il resto è un possesso palla noioso e spuntato dei viola fino all’altro contropiede e gol finale di Boateng. Ciao Sousa, in Italia hanno preso le contromosse al tuo gioco.
A margine: all’inizio e nell’intervallo delle partita in tv, appare una graziosa signorina che con un sorriso stampato mitraglia gli scommettitori con cifre e dati quasi impossibili da decifrare, una specie di rapper delle quotazioni, un acceleratore del Cern che spara particelle di percentuali, un agente ansiogeno che martella l’amigdala del telespettatore e semina il terrore. Datele del bromuro, altrimenti rischiamo (lei per prima) l’infarto. Datele un bel libro: Elogio della lentezza di Sten Nadolny.