Sarri fa marcia indietro, il Napoli mette la quarta

Ormai solo la Juve tiene il ritmo dei partenopei. L’Inter arranca, il Milan si morde le mani e i calciatori si pettinano sempre peggio

Di sera lo Juventus Stadium mette i brividi. E la Roma ha sentito da subito lame di freddo giù per la schiena e si rannicchia in difesa cercando un calduccio di fiati nella modesta mangiatoia dell’area di rigore. Non ne esce, la novità della difesa a tre con al centro De Rossi voluta da Spalletti mette paura ai suoi stessi interpreti. Per mezz’ora Juve sicura ma poco pungente, per tutto il primo tempo trionfa il maledetto prudente, noioso PP*. Pochissime occasioni, molto fisico e ritmo lento fino all’intervallo. Finchè non entra Quadrado nessuno tenta l’uno contro uno, solo una fittissima ragnatela senza fine di passaggi. Il campo è una scacchiera e i tempi per le mosse sono da principianti. Finchè non è arrivato lo speedy maghetto Dybala e finalmente la partita si sblocca. E non cambia più, in un match così chi segna ha vinto. e sono undici vittorie di fila.

Prima dello scontro clou, delle tre dietro la Fiorentina ha vinto macinando regolare per novanta minuti mentre il Torino ne gioca la metà, e poi va in bambola e il ritorno di Immobile non muove i granata. Il Napoli ha vinto prendendo troppi gol da una Sampdoria che invece, come con la Juve, si ricorda di essere in uno stadio e non ai tavolini di un bar a prendere l’aperitivo dopo un’ora di gioco, ma perfora la capolista pur in dieci dopo l’espulsione di Cassani. Su un campo spaventoso, acciaccato e molle, Higuain viene invitato a nozze da errori incredibili degli avversari. La Samp costruita da attaccanti velocissimi per giocare senza il possesso palla, si ritrova con un allenatore che lo fa totalmente e a velocità ridotta, con il risultato di scivolare al fondo della classifica. Zenga si morde le mani. Sarri invece ritorna a parlare di calcio e evita vocaboli innominabili e volgari. Questo deve fare e lo sa fare benissimo, magari con un’occhiatina in più sulla difesa. Il Napoli è la gioia visiva di questo campionato, mentre l’ Inter. dopo la vittoria in Coppa italia con strascichi polemici e squalifica più che meritata di Sarri, sta tornando un’afflizione per i suoi tifosi. Gli uno a zero risicati non bastano perché la difesa non è più granitica e fa svarioni così gravi da prendere sempre gol. Non si sa perché Mancini debba insistere su disastri come Montoya e non ricacci in panchina Icardi che non fa gol, non crea pericoli, non difende la palla e in fondo fa giocare la squadra in dieci. Che lo vendano pure, contro il Carpi persino il vecchio Palacio gli ha dato una lezione di cosa deve fare un centravanti. E la squadra emiliana con la sua specialità Lasagna diventa indigesta per Mancini.

Il Napoli è la gioia visiva di questo campionato, mentre l’ Inter. dopo la vittoria in Coppa italia con strascichi polemici e squalifica più che meritata di Sarri, sta tornando un’afflizione per i suoi tifosi

Il povero Mihajlovic sempre in bilico come un funambolo, sta facendo i miracoli per dare quadratura a un guazzabuglio e ottiene un pareggio inviso e insoddisfacente. Il Milan si fa raggiungere due volte, dopo aver segnato come sempre in contropiede con Bacca sull’eterea linea del fuorigioco, dimenticando che dall’altra parte aveva l’Empoli dell’emerito geometra Giampaolo. E con l’Empoli non si può giocare con sufficienza, prima o poi il preciso disegno Autocad conduce al gol. Fischieranno le orecchie al Giano bifronte della dirigenza milanista (Galliani/ Berlusconi) per aver rifiutato un talento quale Saponara e vedere che Suso segna gol a raffica. Domenica prossima le due milanesi si affronteranno con lo stesso stato d’animo: depresso andante.

Il Bologna espugna la vicina e ostica Sassuolo dove quel trottolino di Giaccherini fa un gol solitario e bellissimo e Floccari fa il 2 a 0. The Revenants sono loro. La Lazio pena un tempo, poi il Chievo in dieci si arrende a un eccelso Candreva e finalmente la squadra laziale mostra qualche muscolo in più e non si abbatte come spesso fa. Il Palermo stende un’Udinese tanto più piccola rispetto agli anni gloriosi e che fa un po’ di tristezza come il fine carriera imminente del suo eroe Di Natale.

A margine: le capigliature dei calciatori vanno a ondate. Adesso è di moda il rasato sui lati e il ciuffo schiumato e lisciato in cima alla testa, la barba accennata, corta, lunga da santone, stile hipster. Alcuni se ne giovano, altri sembrano mostri. Ma inguardabile, effetto horror, è il leopardato di Pogba, ultima trovata del francese per far l’originale e farsi notare. Peggio della cresta mohicana di Nainggolan, oltre le stelline natalizie di Niang, il maculato dello juventino solletica la macchinetta rasante, a diventare Dalila con Sansone, o semplicemente invita a sposare, per tutti, un po’ di buon gusto. Ragazzacci.

*Possesso palla