Quando si tratta di usare Twitter c’è chi va a istinto e chi, invece, sceglie di seguire i consigli dei maestri. Il migliore, allora, è senza dubbio questo account (ironico) italiano: si chiama Diventa Twitstar, e come stringa di presentazione recita: “Tweet preconfezionati e amichevoli consigli per diventare una twitstar”. Una promessa, un obiettivo concreto.
La strada per diventare twitstar, si sa, è lunga ed è lastricata di frasi fatte, luoghi comuni, battute scontate sul Molise e slealtà nei confronti degli altri twittatori. Se si incontra una bella battuta fatta da un altro, ad esempio, non si deve mai fare retweet. Errore. Proibito. Potrebbe essere visto come una debolezza, una manifestazione di subalternità. Molto meglio fare uno screenshot e proclamare il “vincitore dell’internet”, con quell’uso furbo dell’articolo prima di “internet”, che lascia capire la natura faceta dell’affermazione, la confidenza con l’espressione, la padronanza del mezzo, la superiorità generica.
Altrimenti, esiste una serie di formule, che Diventa Twitstar dispensa con generosità, per riempire i momenti vuoti, le ansie da pagina bianca, il “non-si-sa-che-dire”: ad esempio, la classica lamentosità di “Ma esattamente che problemi hanno quelli che _________?”, lasciando spazio per la lamentela di turno. Ognuno può inneggiare alla sua crociata, raccogliere lo scontento della rete e farsi capopopolo.
È chiaro che l’intenzione è ironica, l’obiettivo è prendere in giro la conformista formularità di chi scrive su Twitter cose poco interessanti ammorbando i suoi follower. Non basta rispondere “e tu non seguirli”, come farebbe un Bill qualsiasi. È giusto che ci sia una pagina educativa, è giusto che vengano stigmatizzati, è giusto che, anzi, vengano bastonati, deridendo le frasi fatte e le polemicuzze da quattro soldi.
Diventa Twitstar: LinkPop è con voi. Una battaglia sacrosanta. Poi, si può pensare a diventare Twitstar. Senza dimenticare che: