L’era dell’autovelox usato come alternativa furba alle tasse comunali potrebbe avviarsi al tramonto. La Camera ha approvato una mozione che impegna il governo a «mettere fine al più presto all’utilizzo distorto degli strumenti per la sicurezza degli automobilisti, che viene impropriamente finalizzato ad alimentare le entrate nelle casse dei comuni». Non solo: i deputati chiedono che i proventi delle multe siano utilizzati solo per migliorare la sicurezza stradale e non per ripianare i deficit delle amministrazioni locali. La mozione, presentata dal deputato di Forza Italia Simone Baldelli e co-firmata dai gruppi di Ap, Sc, Lega Nord, Fdi, Fi, Al-Possibile e Cd, potrebbe sembrare una delle tante che ogni giorno vengono approvate dal Parlamento e che rimangono lettera morta. Ma in questo caso potrebbe finire diversamente, perché il governo ha deciso di mettere il parere favorevole.
Il meccanismo, se davvero sarà applicato, prevede che i Comuni girino tutte le risorse raccolte direttamente al ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. Da qui i soldi saranno riassegnati «agli enti aventi diritto per la realizzazione di specifici piani di intervento conformi alle finalità di legge». Né, dice la mozione, ha senso mantenere l’obbligo per i Comuni di comunicare entro il 31 maggio di ogni anno ai ministeri delle Infrastrutte e dell’Interno quanto incassano dalle multe, perché anche questa misura è disattesa e le sanzioni previste (il 30% degli incassi) non si riescono a riscuotere. Al posto di questo meccanismo sanzionatorio la mozione prevede altre sanzioni amministrative pecuniarie adeguate. Basta, infine, a una rilevazione automatica che «risulta talvolta arbitraria, se non, in qualche caso, persino pericolosa, poiché induce gli automobilisti a bruschi rallentamenti della velocità».
Il meccanismo, se davvero sarà applicato, prevede che i Comuni girino tutte le risorse raccolte direttamente al ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. Da qui i soldi saranno riassegnati ai Comuni per mettere in sicurezza le strade
Il voto alla Camera non è certo il primo intervento che cerca di porre un argine all’uso degli autovelox da parte dei Comuni come una sorta di bancomat per tappare i buchi di bilancio. L’ultima mazzata era arrivata lo scorso giugno, quando la Corte Costituzionale aveva imposto che gli autovelox che funzionano in automatico, senza la presenza di una pattuglia delle forze dell’ordine, fossero sottoposti a revisione. Questo ha significato per milioni di automobilisti che non avevano ancora pagato le sanzioni la possibilità di fare ricorso.
Nel 2014 sono stati raccolti 1,204 miliardi di euro dai Comuni italiani. Milano, dove sono stati incassati 140,5 milioni, con un aumento del 6,2% rispetto all’anno prima. Questo significa una media di 176,5 euro per ogni patentato residente
Che non si tratti di briciole lo ricorda ogni anno uno studio del Sole 24 Ore. Nel 2014 sono stati raccolti 1,204 miliardi di euro dai Comuni italiani. In generale il calo è generalizzato: -12,4% rispetto al 2013 e oltre 300 milioni in meno rispetto al picco da 1,529 miliardi del 2010. In molte parti d’Italia il boom è però continuato. Come a Milano, dove il Comune ha incassato nel 2014 140,5 milioni, con un aumento del 6,2% rispetto all’anno prima. Questo significa una media di 176,5 euro per ogni patentato residente, la cifra procapite più alta d’Italia. Seguono Firenze (140 euro), Parma, Treviso, Bologna e Pisa, tutte sopra i 100 euro a testa. Ai romani è andata meglio: hanno pagato in media 65 euro, per un totale di 117 milioni di euro incassati dalla capitale.