Perché si dice “Socrates’ deathbed” ma “Dickens’s novels”?

Il genitivo sassone non è una bazzecola come molti possono pensare. Presenta una giungla di eccezioni e casi che solo l’esperto conosce

Può sembrare una cosa semplice. Ma il genitivo sassone ha regole e regolette che l’inesperto malcapitato potrebbe non conoscere. Sono eccezioni, particolari, quisquilie. Ma è con quelle che ci si distingue. Ebbene.

Come spiega il sito dei dizionari Webster, è bene partire dalla regola del plurale. Che, appunto, è semplice: si aggiunge –s ai nomi. Per cui dog (cane) diventa dogs (cani). Quando le parole al singolare finiscono con “s” o “z” le cose si complicano un minimo. Per cui, anziché –s si aggiunge –es. Allora il bus (autobus) diventa, al plurale, buses. E fin qui, è tutto chiaro.

Ma cosa succede quando si tratta di nomi propri? Qui si entra in una selva oscura. La famiglia Smith, cioè “gli Smith”, diventa – come regola – “the Smiths”. Così anche per i più famosi Simpson, che in inglese (e la musichetta lo dice bene, se la si ascolta) sono “the Simpsons”. Se si fossero chiamati Jones, invece, sarebbero “the Joneses”. O “i Fernandez”, che sono “the Fernandezes”.

E cosa si fa quando si tratta di cose che appartengono al signor Smith? Come si indica “l’automobile del signor Smith”? Con il genitivo sassone. Per cui, è “Smith’s car”. E se la macchina è di tutta la famiglia Smith, cioè degli “Smiths”? Il genitivo sassone diventa un apostrofo. Per cui, ecco “Smiths’ car”, cioè “l’automobile degli Smith”. Fin qui è semplicissimo. Ma come la mettiamo con il signor Jones? Eh. I casi sono due. O “Jones’car”, oppure (meno comune) “Jones’s car”.

E ancora più complicato: che si fa con i nomi stranieri che finiscono in “s”? Qui si entra nel mondo delle eccezioni, della spannometria, del caso per caso.

Socrate, il filosofo greco, in inglese è “Socrates”. Per cui “gli studenti di Socrate” diventano “Socrates’ students”, con genitivo sassone. Però quando si parla degli “avvertimenti di Zeus”, si dice “Zeus’s warnings”.

Gesù è Jesus, e i suoi discepoli sono “Jesus’ disciples

Eppure i libri di Dickens sono “Dickens’s novels”.

Come si spiega questa confusione? La regola è che per i nomi classici e biblici composti da due o più sillabe che finiscono con “s” o “-es” si aggiunge soltanto l’apostrofo. Se ha una sillaba sola, come è il caso di “Zeus” allora si aggiunge “apostrofo + s”.

Dickens, invece, ha due sillabe, ma non appartiene alla categoria dei nomi classici e biblici, per cui la regola non si applica. E si torna a quella dei “Jones”, cioè, “Jones’s”.