È mai capitato che, durante un litigio con un il vostro partner, questo si ritiri all’improvviso e cominci a mandare messaggi? Sì? Allora la faccenda è delicata: è molto probabile che, nel giro di poco tempo, la coppia scoppierà.
Lo sostiene John Gottman, fondatore del Gottman Institute dell’University of Washington, e superesperto delle questioni di coppia. È in grado di capire assistendo a solo dieci minuti di dialogo tra i componenti di una coppia, di capire se la relazione è solida oppure no. Come fa?
I problemi più gravi, emerge da uno studio di 14 anni basato su circa 80 coppie, dipendono da quattro particolari comportamenti, già battezzati i “quattro cavalieri dell’Apocalisse”. Quando arrivano loro, è tutto finito.
Il primo cavaliere è il disprezzo. Un mix di rabbia e di disgusto, un veleno nella relazione che mina le basi essenziali: rispetto e stima. Quando un membro della coppia comincia a disprezzare l’altro, siamo nei guai: il partner è visto come inferiore, e non come uguale. È il bacio della morte, perché significa che si smette in modo definitivo di considerare il punto di vista dell’altro. Fa solo errori, dice solo cose sbagliate, pensa solo fesserie. Be’, non è una bella situazione.
Il secondo cavaliere, più subdolo, è la critica. Piccoli comportamenti, abitudini fastidiose, atteggiamenti, modi di fare. Perfino il semplice svolgersi delle funzioni vitali (il rumore del respiro, il tono di voce, etc) cominciano a diventare fonte di critica e fastidio. Appena se ne ha occasione, lo si fa notare: si lanciano accuse, battute, frecciate. Ecco, forse serve una pausa.
Il terzo cavaliere, invece, è “l’atteggiamento sulla difensiva”. È la malattia di chi non ammette né accetta di considerare i propri sbagli, le mancanze, gli errori. Eh no: sono io la vittima, mica tu. Sei tu che sbagli, mica io. Va a braccetto con il disprezzo e la critica e affonda ogni possibilità di confronto onesto.
Infine, se comunque si riuscisse a resistere alle mazzate dei primi tre cavalieri, ecco arrivare il quarto, il più infido, il più potente: l’ostruzionismo. Non di pratiche parlamentari si parla ma di un atteggiamento non collaborativo, disinteressato, distante dalle discussioni. I litigi sono uno strumento (sembra paradossale) per tentare di riavvicinare la coppia, ma in questo modo viene negata ogni forma di confronto, di dialogo. E questo è l’ultimo passo: se non si ha nemmeno voglia di discutere, è meglio cominciare a guardarsi da altre parti.
Ma allora, come si può fare a salvare la coppia? Chi lo sa. L’unica cosa è non lasciarsi prendere dal panico: cose del genere capitano sempre. Critiche, divisioni, litigi. Ma l’importante è capire quando prendono il sopravvento, e rendono una relazione invivibile. Quando è troppo, allora è meglio chiudere tutto, e aprire la porta.