Per imparare una cosa nuova serve esercitarsi molto, molto a lungo. In particolare, serve ripetere la stessa cosa più volte. O no? Secondo una serie di nuovi studi, è possibile imparare qualsiasi cosa nella metà del tempo. Perché sì, certo, serve tempo e molti esercizi di ripetizione. Ma la verità è che la ripetizione non basta. Serve farla bene.
Le ricerche del Johns Hopkins sostengono che la cosa migliore è modificare, in modo leggero, le sessioni di pratica nel periodo di apprendimento. Cosa significa? È un processo chiamato “riconsolidamento”, e consiste nel ripetere ciò che si è imparato, ma in maniera nuova, costringendo il cervello ad attuare collegamenti nuovi con nuove conoscenze. È la chiave, spiega il professor Pablo Celnik, anche per apprendere e migliorare le capacità motorie (e questo nessuno lo avrebbe pensato).
“Mettere in pratica una versione leggermente modificata di un’attività che si vuole conoscere bene”, spiega Celnik, “è la via principale per imparare meglio e in modo più veloce”. A comprovare questa tesi sono 86 volontari che hanno imparato una tecnica per muovere il cursore dello schermo di un computer utilizzando un dispositivo nuovo. Un gruppo ha agito nel modo tradizionale, ripetendo più volte lo stesso esercizio. Un altro, invece, ha seguito una versione modificata. Risultato? Il gruppo B ha imparato in meno tempo (la metà) rispetto al gruppo A. E come dimostrazione basti questa.
L’importante, ricorda Celnik, “è che le modifiche dell’esercizio siano, appunto, leggere”. Più o meno come cambiare il tipo di mazza nel baseball, o le dimensioni della palla negli allenamenti di calcio. Cambiamenti appena percettibili, ma sufficienti per richiedere un adattamento delle condizioni appena imparate. Cambiare troppo, invece, è controproducente.