Brava ma non bella: la campionessa resta senza sponsor

La pluripremiata surfista brasiliana Silvana Lima racconta la sua storia di discriminazione estetica: "Nello sport conta il talento, non il fisico". Ma a quanto pare non è vero

A quanto pare non basta essere bravi per ricevere l’attenzione degli sponsor. Non basta nemmeno vincere tanto, non basta essere i primi per otto volte. Basta, certo, essere belli. È il dramma della campionessa di surf brasiliana Silvana Lima. Come dice lei stessa, “non somiglia proprio a un manichino”, non è, cioè, una bellezza. E allora, a differenza di Federica Pellegrini, nella sua vita ha dovuto faticare per trovare qualcuno disposto a farle da sponsor.

“Sono una surfista professionista, ma quando si tratta di donne i requisiti della cultura surf in Brasile chiedono allo stesso tempo di essere brave e di essere belle”. Se non si è top-model, insomma, non si va da nessuna parte.

Lo racconta in un documentario della Bbc, che si è appassionata al suo caso. Per mantenersi ha dovuto dedicarsi all’allevamento di bulldog (e chissa cosa c’entrano con il surf), attività che si è comunque rivelata abbastanza redditizia, visto che le ha permesso di spostarsi per il mondo per partecipare alle gare.

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Alla fine, pare, uno sponsor lo ha anche trovato. E adesso, dalla sua tavola, potrà cercare di dimostrare che quello che conta è il talento e non l’aspetto fisico.

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