Il meccanismo delle cose che ci circondano, ormai, è tanto complicato da sfuggirci. Di fronte alle varie stratificazioni tecnologiche, per le quali pochi sarebbero in grado, ripartendo da zero di costruire un oggetto semplice come una matita (a questo proposito, si legga I, Pencil, sorta di elogio del capitalismo e del libero mercato costruito intorno alla complicata rete industriale necessaria per costruire, appunto, una matita), il mondo e il senso della realtà sfuggono.
Questo vale anche per macchine umili e dimesse come i distributori automatici. Non rappresentano certo il simbolo della tecnologia, e nessuno penserebbe ai distributori per indicare il progresso. Eppure, sono macchinari piuttosto complicati. Comprendono meccanismi che devono funzionare in modo sincronizzato, con piccoli motori, sensori a luci rosse, elettromageti. Insomma, altro che matita.
È molto difficile ingannarli, ed è proprio da qui che parte questo filmato che ne illustra il funzionamento: perché non accettano monete false? Come riescono a capire se sono genuini e autentici o meno? In questo senso, funzionano meglio di tanti esseri umani, e da un certo punto di vista, anche di tante banche.