Secondo uno degli scherzi della storia, la nascita della prima televisione nazista è da ricondurre a una decisione presa, nel 1935, dalla Bbc. Sia chiaro, non l’hanno fatto apposta: è solo che, di fronte all’annuncio del governo britannico il 31 gennaio di quell’anno, in cui si stabiliva che, nel giro di poco, ci si sarebbe dotati di un canale televisivo (all’epoca trasmettevano solo via radio).
In Germania non la presero bene. L’innovazione inglese minava il loro orgoglio, creava una nuova competizione e un altro obiettivo da raggiungere. Non c’era tempo da perdere, anche se della tivù, ai tedeschi, importava poco. Importava, piuttosto, dimostrare la superiorità di uno stato retto dalla razza ariana. E allora la Rrg (Reichs-Rundfunk-Gesellschaft), equivalente teutonico della Bbc, si mise all’opera per mettere in piedi un servizio di trasmissioni televisive prima che lo facessero gli inglesi. E ci riuscirono.
Certo, a differenza dei britannici, che arrivarono secondi ma arrivarono meglio, i tedeschi fecero tutto di fretta, un po’ a casaccio: l’importante era battere il record. La loro televisione fu pronta il 22 marzo, a meno di due mesi dall’annuncio della Bbc, e mostrò immagini di semplice propaganda nazista (del resto, era stata creata con quello scopo). Il direttore del programma Eugen Hadamovsky aprì le trasmissioni spiegando che la tivù fosse un’invenzione tedesca, opera di Paul Nipkow nel 1884 (che all’epoca era ancora vivo, e accettò di buon grado questa glorificazione tardiva), e proseguì con altre storie di regime.
Non mancarono problemi: la strumentazione era già vecchia, le immagini non chiare e poco dettagliate. In quell’estate, poi, gli studi furono colpiti da un incendio che ne distrusse gran parte. In un certo senso, fu una fortuna, perché li liberò dai vecchi dispositivi e creò le condizioni per acquistarne di nuovi, che funzionavano meglio.
Quando ci furono le Olimpiadi, un anno dopo, la tv di Stato scoprì tutte le potenzialità del nuovo mezzo: trasmise le gare in tutto il Paese (cioè, in tutte le zone del Paese in cui c’era una televisione) e alla fine almeno 15mila tedeschi poterono guardarsi i giochi. Da quel momento in poi cominciò una serie di nuovi programmi: interviste, giochi, spettacoli di danza, varietà e musica. Da un certo punto di vista era anche piuttosto libera: essendo un mezzo molto giovane, era poco seguita dai gerarchi, che preferivano concentrarsi sulla radio.