Né il Jobs Act né i bonus assunzioni hanno salvato i giovani italiani dalla disoccupazione. Secondo gli ultimi dati Istat, a gennaio 2016 si registrano 70mila occupati in più, mentre la disoccupazione resta stabile all’11,5 per cento. Ma non per i 15-24enni, per i quali il tasso di disoccupazione è cresciuto in un mese dello 0,7%, attestandosi al 39,3 per cento. Un giovane su dieci resta senza lavoro. Peggio di noi fanno solo Spagna, Croazia e Grecia.
LA QUESTIONE GENERAZIONALE Nella fascia tra i 15 e i 24 anni a gennaio è calato di 0,5 punti il tasso di occupazione, mentre è cresciuto di 0,6 punti il tasso di inattività, cioè l’incidenza dei ragazzi che non hanno un lavoro e che non lo cercano neanche. In un anno, tra i 15 e i 24 anni, si contano 13mila inattivi in più.
Nella fascia 25-34 anni, invece, i nuovi occupati sono cresciuti nell’ultimo anno di 16mila unità, su un totale di 299mila nuovi occupati (+1,3%). I giovani che hanno trovato un lavoro, nonostante gli sgravi fiscali e il contratto a tutele crescenti, sono solo il 5 per cento del totale. Nella fascia 35-49 anni si contano addirittura 69mila occupati in meno.
La grande crescita di posti di lavoro, invece, si registra dai 50 anni in su: in questa fascia gli occupati sono cresciuti del 4,9%, pari a 359mila occupati in più. A parità di bonus fiscali, le aziende hanno preferito assumere lavoratori con esperienza e già qualificati, e non giovani da formare.
A parità di bonus fiscali, le aziende hanno preferito assumere lavoratori con esperienza e già qualificati, e non giovani da formare
CRESCE IL TEMPO INDETERMINATO La crescita dell’occupazione registrata dall’istituto di statistica a gennaio 2016 si deve all’impennata dei contratti a tempo indeterminato: +99mila in un mese, nonostante gli sgravi contributivi con la legge di stabilità 2016 si siano ridotti rispetto al 2015. In un anno se ne contano 426mila in più, a fronte di un calo di 149mila unità tra gli autonomi. Solo tra novembre 2015 e gennaio 2016 si registrano 125mila contratti a tempo indeterminato in più.
LA QUESTIONE DI GENERE A gennaio 2016 il tasso di occupazione è cresciuto di 0,2 punti per gli uomini e di 0,1 punti per le donne. Per la popolazione femminile, però, è aumentato di 0,3 punti il tasso di disoccupazione (43mila in più senza lavoro). Le donne che lavorano sono ancora il 47,5 per cento di quelle attive, meno della metà.