Quanto un Paese è forte lo si capisce anche dalla sua rete diplomatica. Quella Usa, per fare un esempio, è gigantesca – e così è la sua forza. Per chi volesse vedere come sono posizionati i vari Stati, il Lowy Institute ha pubblicato il suo Global Diplomacy Index, con tanto di mappa interattiva che dà la classifica delle diplomazie dei 42 Paesi compresi che fanno parte del G20 e dell’Ocse. È la prima volta che missioni multilaterali, ambasciati e consolati sono messe, nero su bianco, bit su bit, su una mappa. Per un totale di 6.000 sedi sparse nel mondo, per circa 700 città. Le nazioni si parlano, e molto.
La ricerca è stata condotta, con un ampio lavoro, seguendo un progetto di Alex Oliver, basato su studi precedenti del 2009 e 2011.
Come era da aspettarsi, le reti diplomatiche più sviluppate sono quelle dei Paesi del Consiglio di Sicurezza dell’Onu: gli Usa, la Francia, la Cina, la Russia e l’Inghilterra, che mantiene memoria del suo antico strapotere e batte di poco il Brasile, che cresce di giorno in giorno. A differenza di quanto si potrebbe immaginare, tra Stati Uniti e Francia, negli anni scorsi, c’è stato un testa a testa. Poi Washington ha prevalso. Ma il primato è sempre in bilico, anche perché Cina e Russia stanno crescendo.
Poi ci sono Paesi molto piccoli con un’enorme struttura diplomatica: se Svizzera e Olanda stupiscono meno, sapere che la Grecia investe di più dell’Australia sorprende. Perfino il Belgio. E l’Italia? Non è messa male: è 11esima, anche se a giudicare dai capolavori degli ultimi anni, tra cui il caso marò, non si direbbe.