«La scuola insegnerà a programmare, insieme alla matematica e all’Abc»

Primo Toy, la startup italiana che costruisce l'unico gioco al mondo capace di insegnare a bambini di tre anni a programmare

«Era il 2013 e avevo appena scoperto che sarei diventato papà. Ho iniziato a visitare negozi di giocattoli ma non trovavo nulla che mi sembrasse soddisfare le esigenze di un bambino “in arrivo” per quell’anno». È così Filippo Jacob, 28 anni, una laurea in Giurisprudenza e una catena di spazi di co-working creata e gestita a Londra, lo ha inventato lui, quel giocattolo che andava cercando. Lo ha fatto insieme all’amico di infanzia Matteo Loglio, 27 anni, laurea in design e ricerche su linguaggi di programmazione “tangibili“, cioè non necessariamente filtrati da uno schermo. Cubetto, questo il nome del giocattolo, è stato venduto in 46 paesi, dalla Thailandia al Giappone, fino agli Stati Uniti, ed è ora usato in più di 300 scuole Montessori e 500 famiglie. Tra gli acquirenti anche il ministero dell’Educazione francese. La nuova versione 2.0, lanciata nei giorni scorsi su Kickstarter, ha raggiunto il goal di 100.000 dollari in meno di 17 ore, con 800 pezzi già venduti. Forse, uno dei migliori risultati raggiunti su una piattaforma di crowdfunding da una startup italiana.

«Offriamo un modo ai bambini per imparare a creare da sè in futuro i propri strumenti tecnologici»

Cubetto ed è un piccolo robot quadrato su rotelle che ha perso la strada di casa. Ai bambini il compito di “salvarlo” programmandolo per muoversi nello spazio (in una griglia di 6 metri per 6). Nessuno schermo e nessun uso di lettere, tuttavia. Cubetto è pensato per bambini in età prescolare, dai tre ai sei anni, e al posto dei segni grafici permette di creare stringhe di programmazione attraverso sequenze “concrete”, fatte da piccole piastrelle di legno, ciascuna con forma e funzione differente. Le piastrelle vengono appoggiate una accanto all’altra, in un ordine scelto dal bambino, su una console, anch’essa ricoperta di legno. Quando si preme il tasto «Go», cubetto riceve il messaggio dalla console e si sposta in avanti, indietro, a destra o a sinistra secondo i comandi costruiti dal giocatore.

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«Abbiamo creato un vero e proprio linguaggio di programmazione concreto. E questo rende Cubetto un prodotto unico al mondo. Il bambino ha evidenza diretta di cosa significa programmare. Può toccarlo. È un codice fatto di piccoli blocchi di legno», spiega Filippo, Ceo di Primo Toy (questo il nome della startup che produce Cubetto).

Da fruitori passivi di tecnologia a creatori di tools

Usando Cubetto, il bambino impara le fondamenta del mestiere: cos’è un programma, un algoritmo, cos’è un loop, cosa vuol dire debugging. «La programmazione diventerà presto un linguaggio da insegnare a scuola, insieme alla matematica e alla grammatica. Noi offriamo un modo per necessario impararlo nel modo più divertente possibile, per poter essere in futuro capaci di creare da sè i propri strumenti tecnologici».

«Non c’è modo giusto o sbagliato di giocare. Puoi fare come vuoi»

Il passaggio non è da dare per scontato. Le generazioni che attualmente usano strumenti tecnologici, “subiscono” passivamente quanto viene creato dal mercato. Lo scarto che c’è dietro all’idea di Cubetto è proprio questo: rendere le persone capaci di padroneggiare la programmazione di una macchina e costruire da sé i propri device, sviluppando creatività. «Cubetto offre al bambino 16 piastre e una console in cui creare più di 50 mld di combinazioni possibili (Una delle piastre è una funzione, e l’ultima fila è una sub routine con cui puoi creare dei loop)*. Non c’è modo giusto o sbagliato di giocare. Puoi fare come vuoi».

Prima di essere venduto su larga scala, Cubetto è stato testato in più di mille scuole nel mondo. Filippo e Matteo si sono confrontati con educatori Montessori, ottenendo la certezza che fosse adatto a bambini in fase di pre-alfabetizzazione, dai tre anni in su.

Melissa Stockdale, esperta della pedagogia Montessori, ha commentato il progetto in questo modo: «Cubetto sviluppa il pensiero logico dei bambini, preparandoli a diventare dei futuri programmatori competenti».

I finanziatori

Primo Toy è iniziato come un progetto autofinanziato. Filippo e Matteo hanno speso i primi mesi a costruire il prototipo e soprattutto a portarlo in giro tra scuole di paesi diversi, prima di avere la certezza che sì, c’era davvero un mercato che aveva bisogno di un gioco come quello. Nel 2014 hanno ricevuto i primi finanziamenti da investitori privati (oltre che con la prima campagna Kickstarter). Tra di loro, Idis Capital e l’italiano di base a San Francisco Marco Marinucci, per u totale di 250.000 sterline. Ora, con la nuova versione, Primo Toy ha ottenuto nuovi investimenti privati indischiusi. Tra di loro, l’ex Marketing Director di Facebook, e sorella di Mark Zuckerberg, Randi, Massimo Banzi, co-fondatore e CEO del progetto Arduino e PCH International. .

Il team

Primo Toy è una squadra di 5 persone, tutte basate a Londra, cui si aggiungono i collaboratori impegnati nel processo di produzione e distribuzione, di base a San Francisco in California, e a Shenzhen in Cina. È qui che la startup ha spostato la produzione a partire dal quest’anno. «Prima, tutti i pezzi venivano costruiti a mano qui a Londra», spiega Filippo. Ai due fondatori si sono uniti nel tempo Valeria Leonardi, 39 anni, Chief Operating Officer. Mamma, CAS Business MBA, e Ex Ceo e co-fondatrice di PixelMe, company con una exit nel 2015, e Ben Callicott, 30 anni, Inglese, Product Designer, ex Creative Director alla Kids Gallery, Playforce e Mothercare.

Tra i programmi per il futuro, Primo Toy ha intenzione di creare nuovi giocattoli simili a cubetto. Ma Filippo e Matteo hanno in mente un progetto anche molto più ampio e disruptive: una catena di asili in cui si gioca con giocattoli tutti da programmare, dirigere e inventare.

* Spiega Filippo: «Una sub-routine è una sequenza di istruzioni, che nel caso di cubetto puoi compilare nell’ultima fila della Board, e che puoi richiamare nella sequenza principale (le prime tre file) ogni volta che usi il blocco blu. Nel momento in cui usi il blocco blu richiami una funzione. Puoi creare un loop, nel momento in cui inserisci un blocco blu alla fine di una funzione, in questo modo ripetendo la funzione anche all’infinito.

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